La band inglese si esibì in un concerto che viene ricordato più per la musica che per i danni creati alla città lagunare
Il 15 luglio di 31 anni fa i Pink Floyd vennero invitati a suonare a Venezia di fronte a Piazza San Marco durante la festa del Redentore. È stato uno dei concerti che è entrato nell’immaginario collettivo perchè fu un incubo e una magia contemporaneamente. Era il 1989 e “A Momentary Lapse of Reason” era stato pubblicato appena due anni prima (fu il primo lavoro della band dopo l’abbandono di Roger Waters nel 1985), il gruppo partì quindi per la promozione dell’album e aveva diverse tappe anche in Europa tra cui appunto Venezia. Fran Tomasi che viveva nella città lagunare si occupò dell’organizzazione e decise di coniugare una festa così importante come quella del Redentore con l’esibizione dei Pink Floyd che accettarono di suonare in un posto unico e meraviglioso come Venezia e che la serata fosse ripresa dalla RAI e mandata in onda in diretta. Nessuno sembrava rendersi conto dei pericoli e dei disagi che le migliaia di persone previste al concerto avrebbero recato alla città. Il palco sopra al quale il gruppo si esibì era una piattaforma galleggiante proprio a ridosso di piazza San Marco: fu davvero difficoltoso trasportarla nella giusta posizione e a causa della sua sistemazione inusuale i musicisti dovettero rinunciare ad alcune tecnologie che avrebbero reso il concerto un’esibizione all’avanguardia per quegli anni. La band dovette anche rinunciare ad alcuni pezzi che aveva inserito in scaletta per via del fatto che il concerto non poteva essere troppo lungo, le canzoni che suonarono furono 14 tra cui “Another Brick in the Wall Part 2”, “Time” e “Wish You Were Here”. La cosa che però fece la storia fu proprio la disorganizzazione di chi preparò l’evento perché arrivarono a Venezia 200.000 persone che invasero la città impreparata a tutto ciò: mancavano transenne, gabinetti chimici, il servizio d’ordine era insufficiente. Quando il concerto terminò tutti tornarono a casa lasciando Venezia in condizioni davvero pietose: sporcizia ovunque che popolò la città per i due giorni successivi lasciando i segni della maleducazione delle persone sparsi per la laguna. Questo show dei Pink Floyd fu quindi una delle loro esibizioni più discusse e spettacolari che portò molte persone ad acclamarli ma che allo stesso tempo comportò dei sacrifici come i tagli importanti in scaletta passati in secondo piano davanti alle responsabilità della giunta comunale veneziana.
SARA ORLANDINI
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