Muhammad Ali è forse stato il più grande pugile di tutti i tempi. Oltre ad essersi
battuto sul ring, ha anche cercato di contrastare ogni forma di razzismo facendo
sempre sentire la propria voce.

Muhammad Ali è uno degli sportivi che ha segnato il mondo del pugilato, ma non solo.
Considerato uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, se non il migliore, la sua vita non fu di
certo esente da periodi difficili. Ali era infatti afroamericano e si batté moltissimo per i diritti
delle persone di colore che subivano discriminazioni in tutti gli ambiti. Grazie alla sua
personalità carismatica, il pugile diventò uno dei punti di riferimento principali del “Potere
nero”, ovvero l’orgoglio per il colore della propria pelle.
Nasce a Louisville in Kentucky il 17 gennaio 1942 e fin da bambino nutre una forte
passione per il pugilato tanto che comincia ad allenarsi a soli 11 anni. Inizialmente pratica
il pugilato a livello amatoriale ma poi, dato il suo grande talento e le sue capacità, diventa
un pugile professionista. Debutta sul ring nel 1954 e da quel momento in avanti la sua
carriera sarà costellata di numerose vincite e soddisfazioni. Si aggiudica l’Oro ai Giochi
Olimpici di Roma nel 1960 e a soli 22 anni diventa campione del mondo dei pesi massimi.
Nel 1967 è protagonista di un episodio alquanto controverso: si rifiuta infatti di combattere
in Vietnam e per questo motivo viene arrestato. Dovrà rinunciare al ring per i tre anni
successivi.
Nella sua carriera ha disputato 61 incontri di cui 56 vinti per KO tecnico dell’avversario e
solamente 5 persi per essere stato messo al tappeto. Si ritira l’11 dicembre 1981 e da lì a
pochi anni gli viene diagnosticata la sindrome di Parkinson che lo porterà poi alla morte
avvenuta il 3 giugno 2016.
Muhammad Ali è una vera e propria icona, non solo nel mondo dello sport ma in generale.
Ha infatti dimostrato che con caparbietà ed impegno si possono raggiungere grandi
obiettivi.

SARA ORLANDINI