di SARA ORLANDINI

Il 18 marzo è una data che rimarrà per sempre impressa nel cuore e nella mente di
tutti, sarà infatti la giornata dedicata alle vittime del Coronavirus in Italia

Il 18 marzo d’ora in avanti sarà un giorno importante. Un giorno in cui verranno ricordate
tutte quelle persone che per colpa di questo virus che ancora ci minaccia, hanno perso la
vita.
Questa data è stata scelta come simbolo della pandemia nel nostro Paese che proprio il
18 marzo 2020 viveva uno dei momenti storici più bui. Quel giorno si registrò il numero di
vittime più alto in assoluto: 2978. Bergamo la città che ha visto sfilare decine di camion
dell’Esercito con all’interno feretri diretti nei cimiteri dei paesi limitrofi. Per chi non ce
l’aveva fatta non c’era più posto.
Nella “Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Coronavirus” tenutasi
a Bergamo, presente anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il Premier ha
partecipato a due cerimonie: prima al cimitero monumentale e poi all’inaugurazione del
Bosco della memoria dedicate alle vittime del Covid-19.
Le due commemorazioni si sono tenute a porte chiuse per motivi di sicurezza e perchè
tuttora la regione Lombardia, come molte altre, è in zona rossa.
Queste le parole di Draghi: “Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le
immagini di questa tragedia ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare.
Questo luogo è un simbolo del dolore di un'intera nazione. È anche il luogo di un impegno
solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà
più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così
rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato. Ricordare ci aiuta a fare buone
scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini.
Ricordare i tanti e magnifici esempi di "operatori del bene" espressi nell'emergenza da
questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio”. Inoltre il Premier ha
ricordato gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e il grande lavoro degli Alpini,
della Protezione Civile e dei volontari, nell’allestire ospedali da campo.