Torino-SupergaBacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. E’ la formazione del Grande Torino tragicamente scomparso nello schianto aereo di Superga. Era il 4 maggio del 1949, una data storica che ricorda la squadra di calcio più forte di tutti i tempi. Era veramente la più grande squadra del mondo. Non furono solo i 5 scudetti vinti consecutivamente a decretarne la forza ma il grande Toro fu anche il simbolo della ricostruzione, della rinascita di una nazione dopo i disastri, la devastazione e le tragedie della guerra. Il Torino, quel Torino morì dopo una partita giocata a Lisbona, in Portogallo. Durante il viaggio di ritorno in Italia l’aereo della compagnia Ali, siglato I-ELCE con il pilota di nome Meroni (proprio come colui che diventerà il più grande calciatore della squadra granata dopo la tragedia) tradito dalla strumentazione di bordo, per la fitta nebbia non si accorse che l’aereo volava ad una quota inferiore rispetto a quella stabilita: un drammatico errore che costò la vita a tutti i passeggeri perchè quel velivolo con rotta Lisbona – Torino si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino sul retro della basilica di Superga. Morirono tutti,  gradi calciatori, grandi tecnici e grandi giornalisti al seguito. Solo Ferruccio Novo presidente di quella straordinaria squadra si salvò perchè rimasto a casa, “condannato” così al più tremendo e continuo pensiero perchè sopravvissuto al miracolo che lui stesso aveva creato allestendo la più grande squadra del mondo. Ai funerali del Torino parteciparono più di un milione di persone giunte da tutta Italia e dall’estero per dare l’ultimo saluto ad una squadra storica e che diventò immediatamente leggenda. Il ricordo di Indro Montanelli fu meraviglioso e struggente:”Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i tifosi e tutti gli sportivi crederanno che il Grande Torino non sia morto, ma sia soltanto in trasferta”.

MAURO CEDRONE