ROMA- Keith Jarrett un giorno dichiarò di essere nato al pianoforte, addirittura dentro un pianoforte e di averne appreso il linguaggio mentre iniziava a parlare. Keith nasce l’8 maggio del 1945. E’ considerato uno dei “mostri sacri” del pianoforte ed in generale delle tastiere anche se lui non ha mai amato profondamente l’organo elettrico ed il piano elettrico. Personaggio particolare ha spesso mescolato la sua cultura jazz con la musica classica con il blues ed il gospel. Mago dell’improvvisazione Jarrett non ha mai preparato i suoi concerti preferendo sempre percorrere strade sconosciute dell’incredibile mondo della musica. Ed è forse per questo motivo, per l’assoluta concentrazione che Jarrett chiede sempre al pubblico il totale silenzio per l’intera performance. Cosa ovviamente difficile da ottenere per l’intera durata dei suoi concerti. Per questo Keith Jarrett è ricordato e sarà sempre ricordato per i piccoli incidenti che hanno caratterizzato la sua carriera rendendolo spesso antipatico al pubblico presente. Jarrett non sopporta chi fuma e nemmeno chi tossisce, non concepisce che qualcuno possa interrompere la musica con applausi spontanei e non esita addirittura a fermare il concerto se il silenzio non è assoluto. La sua filosofia è quella del “quando creo non voglio assolutamente essere disturbato”. Eppure il suo concerto più famoso, quello di Colonia, nacque sotto una cattiva stella, perchè il pianoforte che aveva chiesto non era arrivato e nemmeno la seconda scelta. Jarrett si dovette accontentare di un pianoforte dell’orchestra. Nonostante l’inconveniente il concerto fu sublime, come dire che a volte creare in situazioni di disagio è più difficile ma alla fine rende il doppio.

MAURO CEDRONE