ROMA-Dopo il primo set ci si stava facendo la bocca ad una semifinale storica (peraltro contro la non trascendentale Georges) invece Camila Giorgi, 26 anni da Macerata, alla fine, dopo quasi un’ora e tre quarti di gara, si è dovuta arrendere al ritorno di Serenona Williams. Un doppio ritorno per l’americana, scesa al numero 181 dopo la maternità ma in bacheca 72 titoli di cui 7 a Wimbledon (oltre ad essere stata numero 1 incontrastata) contro uno solo dell’azzurra. Ma la Giorgi ha tenuto testa, nel senso che il match l’ha vinto la Williams, non lo ha perso la marchigiana. Che appunto era partita forte: break al sesto game e 6/3 conseguente a suo favore. A questo punto l’afroamericana ha tirato fuori una grinta inaspettata per una che ha vinto praticamente tutto a 36 anni e con una bimba appena “sfornata”; servizio strappato alla Giorgi nel quarto gioco del secondo set e mantenimento del servizio per il 6/3 che pareggiava il conto dei set. Nella terza e decisiva frazione, la battuta ha fatto la differenza: impenetrabile quella della statunitense, che sparava pure 6 aces, sufficiente quella della Giorgi che la perdeva nel terzo game, fatale per l’economia del match, chiuso 6/4 dalla Williams in suo favore. Ma la marchigiana ha fatto comunque un ottimo torneo, rientrerà nelle prime quaranta del mondo (da 52) e può puntare alle prime trenta.Una manna dal cielo perché dietro di lei, con la Errani in naftalina per il caso di presunto tortellino-doping, Chiesa, Trevisan, Paolini ed altre fanno una fatica incredibile per avvicinarsi alle prime 120-130 del mondo. E non è una bel trend.
Andrea Curti
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