ROMA-Cronaca di una sconfitta annunciata. Ma lottata sino alla fine. Marco Cecchinato, dopo le fatiche di Umago concluse nella nottata di domenica, è stato messo in campo ad Amburgo (primo turno ATP 500) solo martedì mattina, così tra viaggio da Croazia a Germania e stanchezza fisica, il nostro non ha potuto certamente riposare nè recuperare come avrebbe meritato. Non è stato nemmeno fortunato nel sorteggio il palermitano; di fronte aveva il francese Monfils, sceso al numero 37 del mondo (contro il 22 dell’azzurro che era ottava testa di serie) ma con un passato importante da numero 6 nel luglio 2016, sempre capace di prestazioni al di sopra delle righe, nel bene come nel male. Però il primo set, tra le gambe ferme del siciliano e la buona vena del francese, è andato via rapido in favore di Monfils, che ha mantenuto il break di vantaggio conquistato nel terzo game concludendo 6/4 il set. Nel terzo gioco della seconda frazione, di nuovo break Monfils e partita che sembrava chiusa quando il transalpino è volato 3-1. A questo punto è venuto fuori il vero Cecchinato che si è scrollato di dosso la fatica a mano a mano che rosicchiava punticino su punticino, trovando verve da fondo (diritto vincente per il 5-3) e nel servizio (ace per il 6/3 che pareggiava il conto dei set). Cinque giochi consecutivi che hanno rimesso in partita l’azzurro che nel terzo set ha avuto una sola palla break, sul 3-3, ma il suo diritto è andato lungo di un niente. Forse lì è girato il match perchè Monfils ha tirato fuori il meglio di sè, resistendo nei turni di servizio (due volte ai vantaggi per mantenere la battuta) e infliggendo il colpo del ko a Cecchinato nel decimo game, falloso col diritto e con due delle 24 smorzate giocate in campo (13 i punti raccolti con la palla corta). Così il palermitano saluta Amburgo non senza rimpianti ma comunque avendo dimostrato ancora una volta tenacia e determinazione. Alcune sconfitte aiutano alla maturazione completa di un atleta.
Andrea Curti
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