ROMA-Un anno dopo Fognini (che vinse il torneo), un altro italiano è in finale al 250.000 dollari svizzero di Gstaad, ed è il 22enne romano Matteo Berrettini, scuola Canottieri Aniene da Vincenzo Santopadre, bravo a giungere all’ultimo atto senza neppure perdere un set in quattro partite. Contro l’estone Zopp, qualificato numero 107 del mondo, nonostante la superficie (terra rossa) si è visto un match da veloce, dove il servizio ha contato moltissimo nell’economia del gioco. Infatti il primo game è stato già decisivo per lo svolgimento del primo set, col ragazzo romano entrato subito in partita (a differenza dell’avversario), il che gli è valso il break decisivo che ha portato a termine con il classico 6/4 in suo favore. L’equilibrio è proseguito imperterrito per tutta la seconda frazione di gioco; entrambi i contendenti hanno mantenuto il servizio senza mai concedere palle-break, con Zopp che non ha mollato mai di un centimetro giocando quasi sempre sulla parte debole di Berrettini, il rovescio, mentre l’unica pecca del romano è stata quella di aver accorciato troppo il palleggio da fondo campo. Molto determinato è stato però il ragazzo del Nuovo Salario nei turni di servizio determinanti, cioè nell’ottavo, nel decimo e nel dodicesimo gioco,  ovvero quando è andato a servire per salvare il set sul 4-3, 5-4 e 6-5 Zopp. Lì è venuta fuori la differenza di variazioni di schema tra lui e l’estone, con l’azzurro che ha realizzato complessivamente 9 aces e una serie di vincenti niente male, sparando colpi quasi tutti a ridosso della linea di campo. Il tie-break finale è stato l’emblema della gara; entrambi non hanno perso punti sul servizio sino al’ottavo punto quando cioè Berrettini si è inventato un passante di diritto lungolinea in corsa alla Ivan Lend, che lo ha portato sul 5-3. Zopp poi lo ha aiutato (stecca sulla risposta di rovescio sulla seconda del romano) issandolo al 6-4, cioè due match-point a favore, ma Berrettini ha contraccambiato la cortesia dell’avversario perdendo, in entrambi i match-point, la profondità del diritto. Due errori gratuiti molto pesanti quelli del pupillo di Santopadre che potevano rimettere in gioco l’estone, il quale però, con un diritto incrociato in corridoio, ha concesso la terza palla-match a Berrettini. Questa volta il giocane tennista romano ha sciorinato una pallacorta fenomenale e, chiudendo il tie-break per 8 punti a 6, ha portato a casa la prima finale della sua giovane carriera dopo un’ora e 19 minuti. “Avevo pressione alla fine”, ha confessato a fine match Berrettini, “e i due match point sbagliati ne sono una dimostrazione. Ma sono in finale, anche nel doppio (con il quarantenne Bracciali, ndr), e l’obiettivo di domani è vincerle entrambe. Per me è una situazione nuova, incredibile alla vigilia”. Con questa finale, il tennista romano salirà al numero 67 del mondo (best ranking) e, se dovesse vincere la finale (contro il vincente della sfida fra lo spagnolo Bautista Agut, numero 17 del mondo 2 del seeding, e il serbo Djere, numero 101), sarebbe a ridosso dei primi 50 giocatori al mondo. Con lui e Cecchinato (Fognini, Seppi e Lorenzi sono oltre la trentina) il ricambio generazionale del tennis maschile tra prendendo piede con buona evidenza.

Andrea Curti