ROMA-Solo chi ha vissuto la Nazionale di Dominguez e Troncon, di Francescato e dei fratelli Cuttitta può capire l’emozione che si è provata alla notizia dello sbarco in Italia di Dominguez junior, al secolo Piero, che con la maglia di 10 come il papà (mediano d’apertura) ha deciso di giocare a Rovigo. Saranno inevitabili i paragoni col piedino fatato del genitore, che centrava i pali da centrocampo e anche dalla metà campo azzurra, che “droppava” come pochi, che creava spazi per le ali azzurre. Insomma che giocava per la sua squadra. E a Milano è nato Piero 23 anni fa, un ragazzo che non ha certo perduto tempo sinora, anzi. Ha completato gli studi due anni in Inghilterra, al confine col Galles, all’Ellesmere, dove ovviamente ha vestito i colori del club. Poi una stagione negli Under 18 dello Stade Francais, un anno addirittura in Nuova Zelanda nel Pakuranga e la scorsa stagione al Lyon Rugby Olimpique nella Top14 francese, dove ha esordito anche in Challenge Cup. “E’ un onore giocare a Rovigo”, ha detto il ragazzo, “la città vive per il rugby, la squadra ha una storia gloriosa alle spalle che ha forgiato grandi campioni. Per me è una grande occasione. Non vedo l’ora di incontrare i miei compagni ed iniziare questa nuova avventura”. A volte tornano. A casa. In Italia. Nel nostro campionato. Chissà che un altro Dominguez non lo troviamo tra i convocati al mondiale settembrino 2019 in Giappone.
Andrea Curti
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