ROMA-Il 27 agosto del 1990 moriva a East Troy nel Wisconsin Steve Ray Vaughan, una delle leggende del blues bianco, una sorta d’incrocio tra rock, blues e psichedelia. Un concentrato di Hendrix, Chuck Berry, Elomore James, Buddy Guy ed i tre Re: B.B. King, Albert King e Freddie King. Insomma un bianco che suonava come un nero. Il 22 febbraio del 2000 la “consacrazione” entrando di diritto nella Blues Hall of Fame insieme ad altri 79 fenomeni della musica. Rolling Stone lo inserisce al settimo posto tra tutti i chitarristi di ogni epoca. Steve Ray Vaughan muore a 35 anni dopo un concerto trionfale caratterizzato sul palco da una jam session composta da Steve, suo fratello Jimmy, Eric Clapton, Buddy guy e Robert Cray. Al termine dello spettacolo davanti a trentamila fans entusiasti, un elicottero si alza in volo nei pressi dell’Alpine Valley Music Theatre e precipita pochi secondi dopo il decollo a causa della nebbia e dell’inesperienza del pilota in quelle condizioni atmosferiche. Per uno scherzo del destino Steve aveva chiesto ad Eric Clapton il favore di partire per primo perchè si sentiva molto stanco e con l’enorme voglia di tornare a casa. Una tragedia quella dell’Alpine Valley Music che sconvolse l’intero mondo musicale e non solo. Morì così un grande chitarrista che, incredibile a dirsi, suonava ad orecchio, senza alcuna conoscenza della teoria musicale. Insomma un genio purissimo: un Jimi Hendrix dopo Jimi Hendrix.
MAURO CEDRONE
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