Solido, tosto, mentalmente lucido, determinato: il Fognini visto sinora a questi China Open è una manna dal cielo per il tennis italiano, cui ha mandato un segnale preciso, “sono sempre io il più forte, l’uomo da battere”, e l’ungherese Fucsovics, che nei precedenti turni aveva eliminato mezza squadra italiana di Coppa Davis (Seppi e Cecchinato), se ne è accorto in campo, non riuscendo quasi mai a prendere l’iniziativa, martellato come è stato dai colpi precisi e profondi da fondo campo del tennista ligure. Match complessivamente a senso unico malgrado l’equilibrio iniziale e i brividi finali. Nel primo gioco Fognini ha avuto già due palle-break ma non le ha sfruttate, poi ha salvato il servizio da un possibile 2-0 per l’ungherese, dopo di che nel quinto game ha messo il turbo salendo 4-2. Piccolo brivido quando il ligure è andato  a servire per il set ma grazie ad una ritrovata prima di servizio, ha annullato due pericolose chances di controbreak al suo avversario ed ha chiuso la prima frazione 6/4. Set fotocopia del primo, il secondo. Fucsovics ha arrancato nei propri turni di servizio, salvandosi nel terzo ma cedendolo nel quinto, con Fognini lesto a consolidare il 4-2, vantaggio che è divenuto 5-2 con il secondo break consecutivo. Si issa fino a due match point l’azzurro ma che partita di Fognini sarebbe senza brividi? Allora un nastro aiuta l’ungherese concedendogli l’unica palla-break del set, che capitalizza all’istante. Sul 5-4 e servizio Fognini, nel primo punto il ligure poggia male il piede sul cemento di Pechino e accusa un problema alla coscia; si teme uno strappo perché non riesce a star dritto in piedi, si piega tra una smorfia di dolore e l’altra, ma per fortuna non pare nulla di grave. Riprende a giocare Fognini e, sul 40-30, dà tutto, forzando due dritti sulla linea che inducono all’errore il suo avversario. E’ l’ottava semifinale stagionale, la sesta sul cemento e la 37esima complessiva in carriera, oltre al 43esimo match vinto in questo 2018 incredibile (il suo record di vittorie annuali era di 42 nel 2013). Certo quella di domani non sarà una semifinale semplice; infatti dall’altra parte della rete troverà il gigante argentino Del Potro, numero 4 del ranking mondiale e finalista agli ultimi Us Open il quale, nonostante il raffreddore, ha liquidato in un’ora (6/3 6/0 lo score) il serbo Krajinovic, 36 del mondo. Il 30enne sudamericano è avanti per 3-2 nel bilancio dei confronti diretti ma il numero 1 d’Italia e 13 del mondo ha vinto l’ultima sfida, giocata in finale sul cemento outdoor messicano di Los Cabos. Un precedente che terrà sicuramente Del Potro sul “chi va la”.

Andrea Curti