di ANDREA CURTI

ROMA – Dieci mete a zero per gli All Blacks: questo il risultato dell’amichevole Italia-Nuova Zelanda che si è giocata allo Stadio Olimpico di Roma. Che i campioni del mondo in carica degli All Blacks fossero inarrivabili per gli azzurri era e resta concetto scontato, ma che giocassero (i neozelandesi) con una ferocia nelle prime linee e una sfrontatezza in attacco come se fosse la finale del Mondiale, non c’era davvero da aspettarselo. Forse le poco convincenti performances contro Inghilterra e Irlanda (una sola meta in due partite!) ha richiamato all’ordine il XV neozelandese. Così la formazione azzurra ha praticamente retto soltanto otto minuti, poi dal lato chiuso e in conseguenza di una touche ben giocata, gli isolani se ne sono andati indisturbati in meta col mediano di mischia Perenara aprendo la danza delle mete (quella del Sole o della guerra, la Haka, era stata già fatta prima del calcio di avvio). L’Italia reagisce e si procura una punizione importante che l’apertura Allan trasforma per il 3-5 illusorio. Già perché i neozelandesi oggi sono implacabili, difesa alta per impedire agli azzurri di giocare e placcaggi insistenti, poi attivazione dei centri e delle ali; letale infatti è al 17′ l’accelerazione del numero 4 Tuipulotu che manda in meta l’estremo Mc Kenzie. Italia 3 Nuova Zelanda 12. Il monologo dei campioni del mondo è perentorio, semmai il cambio di arbitro per infortunio (all’inglese Brace subentra il francese Gauzere, quello della settimana scorsa a Firenze che tanto e troppo ha penalizzato l’Italia contro l’Australia) inasprisce la gara per l’incompetenza del fischietto transalpino. La cattiveria degli ospiti è mischiata alla loro superbia; prendono la gara come un allenamento, con gli azzurri inermi, incapaci di uscire dalla loro metà campo. Al 28′ un calcetto di Barrett manda in meta di nuovo l’estremo Mc Kenzie, firmando il 17-3 per i Tuttineri. Due minuti dopo finalmente gli azzurri attaccano, prendono una punizione che potrebbe accorciare le distanze a 17-6, invece decidono di sfidare gli All Blacks e calciano la punizione in touche. Con esito disastroso perché perdono maldestramente l’ovale e innescano l’ennesima accelerazione dei campioni del mondo che realizzano la quarta marcatura con l’ala Jordi Barrett. Che si ripete al 41′, nel recupero della prima frazione, complice un calcetto perfetto del fratello Beauden, fissando sul 3-31 il primo tempo. Non cambia la “musica” nei secondi quaranta minuti, anzi l’Italia sia pur generosa come sempre, trovando un muro invalicabile davanti a sè si sfilaccia nel gioco e nelle idee e i neozelandesi dilagano. Errore imperdonabile nella touche lunga degli azzurri e Beauden Barrett s’invola in meta indisturbato. La settima marcatura degli ospiti è targata ancora da Mc Kenzie per un eloquente 3-52. La susseguente girandola delle sostituzioni è una vetrina per le seconde schiere delle due squadre. Gli azzurri però cercano la meta dell’orgoglio ma vengono di nuovo infilati in accelerazione al 72′: meta d’accademia per i neozelandesi che, in sette passaggi in orizzontale, portano all’ottava realizzazione (la terza personale) l’ala Jordi Barrett: Italia 3, Nuova Zelanda 59. L’ala neozelandese si ripete prima del fischio finale (firmando un poker servito) che sancisce il definito 66-3 per i Campioni del mondo in carica.

ANDREA CURTI