Caro John,

è da poco passato l’ anniversario della tua morte. Esattamente l’ 8 dicembre di trentotto anni fa, Mark David Chapman decise di porre fine alla tua vita terrena, consegnandoti definitivamente alla storia. Ma questo fatto oramai la conosciamo fin troppo bene purtroppo. Ti sto scrivendo oggi per dirti che sono trentotto anni che mi manchi,io non ho potuto vivere il tuo periodo, in quanto sono nato pochi mesi dopo la tua morte. Ma grazie alla tua musica, le tue parole, il tuo essere uomo impegnato, sia politicamente che civilmente posso solo che confermare quello che ho detto. Hai scritto nei tuoi versi che dovevamo immaginare un mondo che fosse solo uno, e che vivesse per il domani, ma qui forse qualcosa non sta andando per il verso giusto. Ognuno di noi è concentrato sul proprio io, siamo ossessionati dalla ricerca e dal raggiungimento del benessere, cerchiamo una vita da copertina patinata, passando sopra a tutto e tutti. Del domani nessuno è seriamente preoccupato, postiamo sui social tante belle parole, cariche di pace e amore, ma non so perchè, io non riesco a vederci nulla di vero. Siamo alla ricerca di un Instant Karma, che ci prenda e ci guardi dritto in faccia, e che ci dia una scossa, perchè come tu mi hai insegnato, noi tutti splendiamo come la luna, la terra e il sole e non siamo al mondo per vivere nella paura e nel dolore, noi siamo il cambiamento se lo vogliamo. Siamo alla ricerca di qualcuno, che come te, urli il bisogno di dare alla pace una canche, ma qui sembra che la guerra sia la base del benessere dei popoli. Parlo di guerra ad ogni livello, non solo quella che si combatte con le armi. Insomma l’unica cosa che ora riesco ad immaginare è cosa sarebbe stato il mondo ancora con te in vita. Meglio? Peggio? Uguale ad oggi? Non importa mi sarebbe bastato il tuo essere diretto e spontaneo, ed il sapere che non eri un prodotto discografico costruito ad hoc. Se in America dopotutto non eri ben voluto dalle alte cariche dello stato un motivo c’era no? Tu hai fatto in modo, che il rock diventasse più di un passatempo adolescenziale, lo hai portato nelle strade, tra la gente, hai dato speranza a persone e popoli. Chissà cosa penseresti ora se ti ti dicessi che oggi quel rock, è usato come veicolo commerciale, solo per vendere e nulla più, è stato spogliato del suo significato, e quel che ne rimane è solo una melodia senza pretese, canticchiata da nostalgici dell’epoca. Caro John, siamo in attesa di qualcuno che possa scuotere il mondo dalle fondamenta, perchè la storia ci insegna, che le correnti musicali più influenti ed i personaggi più coinvolgenti e carismatici, nascono dal nulla, non vengono programmati da nessun discografico. Aspettiamo quel cambiamento che tu hai iniziato,io non voglio credere che sia già finito. Caro John sono trentotto anni che mi manchi. Ed io sono un instancabile sognatore.

CRISTIANO SACCHI