ROMA – La lazio non ha voluto lasciare nemmeno i resti della vigilia e del Natale ad un Bologna magro e senza vitamine. Il dopo pranzo di Santo Stefano è a totale appannaggio dei bianococelesti, al cospetto di un’avversario debole, lento e con poca identità. La sfida tra i fratelli Inzaghi arride al più giovane Simone che indubbiamente gestisce una squadra decisamente più forte di quella allenata dal fratello maggiore. In tribuna i genitori dei due tecnici avrebbero preferito sicuramente un pareggio tra Bologna e Lazio ma la differenza tecnica è apparsa immediatamente evidente. Vince dunque la Lazio, subito padrona del campo per gran parte della partita con un gol per tempo realizzati a 30esimo da Luis Felipe con un perentorio colpo di testa trasformando così un calcio d’angolo di Luis Alberto mentre il due a zero invece porta la firma di Lulic, un gol anche questo nato dagli sviluppi di un calcio d’angolo e da un colpo di testa del solito Luis Felipe bravo a smistare per il bosniaco. Il successo biancoceleste è netto ed inequivocabile. Al Dall’Ara il fischio d’inizio è alle 15.00. Simone Inzaghi lascia in panchina Immobile e mette in campo Caicedo e dall’inizio anche Leiva. L’atteggiamento tattico non  scantona da quello fatto vedere contro il Cagliari. Pippo Inzaghi punta invece su un più prudente 3-5-2 con i due esterni di centrocampo sempre pronti ad arretrare per dare una mano alla difesa. Al pronti via il solito canovaccio di gioco quando in campo c’è una squadra più forte dell’altra. I felsinei infatti fanno mucchio nella loro area e nella loro metà campo. La Lazio dal canto suo inizia a macinare gioco e ad attaccare con Caicedo di punta e Correa a sostegno. Al nono minuto c’è il primo affondo pericoloso della Lazio con una serie d’interscambi veloci di Luis Alberto, Correa e Caicedo. Cominciano i primi tiri dalla distanza dei biancocelesti verso la porta di Skorupski. Luis Alberto e Milinkovic sono sempre nel mezzo della manovra mentre il Bologna con Poli e Santander cerca di rispondere con  un paio di incursioni bloccate dall’attento Strakosha. Al 30esimo arriva il gol della Lazio che in realtà era nell’aria. Il colpo di testa vincente di Luis Felipe infatti è il frutto di un perfetto calcio d’angolo battuto da Luis Alberto. La Lazio gioca a memoria con attenzione ed impegno. Al 34esimo in area bolognese Orji tocca il pallone con la mano ma l’episodio non viene preso in considerazione dall’arbitro. La Lazio protesta ma non più di tanto. I biancocelesti ripartono ed al 40esimo ci prova Correa con poca fortuna. Il Bologna prova con alcuni contropiede controllati senza particolari difficoltà dalla difesa bianoceleste. Ma al di là di qualche sporadica incursione bolognese la Lazio resta sempre padrona del campo anche nel secondo tempo quando il tema tattico cambia per il gioco più manovrato del Bologna sempre alla ricerca del pareggio ed il gioco in contropiede della Lazio. Intanto iniziano le prime sostituzioni con Immobile che prede il posto di Caicedo, Orsolini per Mattiello, Palacio per Okwonkwo e Parolo per Correa. Sul piano del gioco praticamente non cambia nulla: la Lazio si difende e riparte, il Bologna punta tutto su contropiedi più elaborati ma poco incisivi.. Entra Lukaku al posto di Milinkovic e Destro al posto di Poli. Il Bologna arranca, la Lazio è più forte e più esperta tanto che all’88esimo arriva il secondo gol di Lulic dopo un calcio d’angolo ed il colpo di testa di Luis Felipe che “spizza” per l’arrembante bosniaco.  Due a zero e partita finita. Il match in famiglia è appannaggio di Simone pronto ad abbracciare Pippo preoccupato per le decisioni della società. “Ci incontreremo con il presidente – ammette Pippo negli spogliatoi – per fare il punto e decidere come muoversi a gennaio come più volte dichiarato dallo stesso presidente”. Non sarà dunque la vittoria di Simone a decidere le sorti di Pippo (che resta comunque in bilico) convinto che a gennaio i nuovi arrivi promessi dalla dirigenza cambieranno sicuramente le sorti della squadra felsinea, apparsa decisamente in ritardo in un campionato che permette pochi passi falsi.

MAURO CEDRONE