E fu 18! La maledizione dell’Italrugby al Sei Nazioni sta diventando un incubo per la squadra di O’Shea. In Scozia, a Edimburgo, gli azzurri sono stati surclassati per 70 minuti su 80 dando sconfortanti segni di incapacità, di reagire e di gioco. Nessuna resistenza, insomma, solo negli ultimi 10 minuti (complice anche una Scozia ferma e rilassata) l’Italia ha diminuito il passivo. Eppure il week-end delle nazionali italiane impegnate nel Six Nations si era aperto con due magnifiche vittorie, quella dell’Under 20 maschile e della Nazionale Femminile, purtroppo la regola del “non c’è due senza tre” non è valsa per il XV della Nazionale maggiore. La cronaca del match. Gli scozzesi partono subito forte e al 2′ vanno il meta col pack ma l’arbitro inglese Pearce annulla per una spinta ravvisata in raggruppamento dopo la rimessa laterale. Poi l’estremo azzurro Hayward sventa una accelerata delle ali di casa. Nella prima sortita nella metà campo della Scozia, l’Italia conquista una punizione che Allan trasforma nei pali in scioltezza: Italia 3 Scozia 0. Il vantaggio del XV azzurro dura tre soli minuti; all’11’ infatti un calcetto illuminante dell’apertura Russell manda in meta la freccia Kinghorn. Che si ripete dieci minuti più tardi: errore grossolano del centro Castello che regala la mischia alla Scozia, ne consegue un cambio repentino di gioco dei locali che alla mano permettono all’ala scozzese di bissare la marcatura. Seconda meta trasformata: Scozia 12, Italia 3. I rugbisti italiani non riescono ad aprire il gioco finendo preda della difesa scozzese. Il risultato però non si muove e i primi 40′ terminano sul 12-3 per la Scozia. Non cambia il leit-motiv ad inizio ripresa: scozzesi all’attacco, azzurri a difendere e placcare per restare in partita nel punteggio, perché nelle fasi di gioco (mischia e touche) e nel possesso dell’ovale la superiorità dei britannici è schiacciante. E arriva la terza meta degli scozzesi: altro calcetto illuminante del solito Russell per l’estremo Hogg che tocca quanto basta per dare altri cinque punti alla sua squadra. Meta trasformata, Scozia che allunga a 19, Italia ferma a 3. Lentamente gli azzurri si sfaldano e non placcano più: logica conseguenza la quarta meta scozzese, la terza firmata dall’ala Kinghorn. Nel mezzo una fuga di Palazzani, fermato da Wilson prima di riuscire a trovare l’off load. Sul 26-3, praticamente a punteggio acquisito 20 minuti prima della fine, l’allenatore dei padroni di casa umilia l’Italia togliendo i migliori in campo per far giocare le riserve. Nell’immediato la mossa risulta vincente, infatti è proprio uno dei neo-entrati, il 23 Harris, a siglare la prima meta in carriera in sette presenze con la maglia scozzese. Ma alla lunga gli scozzesi mollano gli ormeggi e non placcano più, così negli ultimi dieci minuti di gioco a Murrayfield c’è solo l’Italia. Intorno al 70′ gli azzurri assediano, per la prima volta (e tardivamente) i 22 metri della Scozia, e con il carretto tentano di andare in meta; ci riescono con il mediano di mischia Palazzani, lesto a raccogliere una mischia a ridosso della linea di meta, Allan trasforma in mezzo ai pali. L’Italia prende vigore e, a 5 minuti dal termine, i neo-entrati Ruzza e Padovani confezionano la seconda meta azzurra: passaggio illuminante del primo per il secondo che non ha difficoltà a schiacciare l’ovale: McKinley, subentrato ad Allan, manca la trasformazione. Dimezzato lo svantaggio:Scozia 33, Italia 15. La terza meta degli italiani vede ancora protagonista Ruzza che lancia l’ala Esposito in meta; per la seconda volta consecutiva il subentrato McKinley non trasforma. Il risultato quindi si blocca definitivamente sul 33-20 per la Scozia. Rimpianti? Mah, troppo superiore la Scozia e troppo arrendevole e impotente l’Italia. Si doveva osare di più, avere più coraggio: è l’anno dei Mondiali, non dimentichiamolo.

Andrea Curti