SIVIGLIA: CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

MONCHI:”Non cambierei i due anni che ho trascorso a Roma, rifarei quella scelta. Ho commesso degli errori, non conoscevo la situazione del club quando arrivai, ma non mi pento della mia scelta. Mi è servito per crescere a livello personale. E’ una squadra a cui vorrò sempre bene. Mi sembra assurdo considerarla una mia dichiarazione, parlavo con un tifoso, non era una dichiarazione istituzionale. Sono andato via per una semplice ragione: ad un certo punto ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie. Il presidente voleva andare a destra, io a sinistra. Giusto finirla così. Ma posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno pensato di portarmi a Roma. Mai sentirete da me una parola contro la Roma. Abbiamo capito che prendevamo strade diverse, era giusto fermarsi. Dalla Roma mi porto l’esperienza di aver lavorato fuori da casa da mia, in un ambiente che mi ha reso un professionista più attento La mia esperienza è stato bellissima, il primo anno i risultati sono quasi arrivati. Lavorare con la Roma mi ha fatto crescere”.

COME RIPORTATO DAL SITO UFFICIALE DELLA ROMA, PALLOTTA HA ESPRESSO TUTTO IL SUO STUPOREDI FRONTE ALLE PAROLE DELL’EX DIRIGENTE DELLA SOCIETA’ GIALLOROSSA.

PALLOTTA: Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa, dove ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi”.

Il patron americano entra nel dettaglio spiegando le direttive date a Monchi nel momento del suo arrivo a Roma:

“Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato“.

Il cambio tecnico era già nella mente del presidente, ma Monchi aveva deciso di insistere con Di Francesco:

“A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A”.

Pallotta punta il dito contro la precedente gestione principalmente per i tantissimi infortuni che hanno colpito la rosa giallorossa:

“Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014″.