E’ durato poche ore il sorpasso della Roma ai danni del Milan, con i rossoneri che a stretto giuro si sono ripresi la quarta piazza utile per la Champions battendo a San Siro la Lazio col minimo scarto. E per piegare i biancocelesti di Inzaghi, c’è voluto un calcio di rigore a dieci dalla fine trasformato da Kessiè per un intervento folle di Durmisi su Musacchio. La Lazio approccia benissimo la sfida e costruisce subito un’occasione colossale per sbloccare il match: Correa va via in slalom con una facilità disarmante e serve Immobile, che però si lascia ipnotizzare da Reina. Un rigore in movimento, quello sprecato dall’attaccante ospite. Sono i capitolini a fare la partita, con un atteggiamento sornione; i ragazzi di Inzaghi gestiscono le fasi di gioco a proprio piacimento, decidendo quando velocizzare e far male alla difesa avversaria. Al 20′ Immobile gioca un pallone impossibile dalla linea di fondo, Correa anticipa Calabria ma spara alto da due passi. La formazione di casa sembra lenta e impacciata e trova pochi sbocchi sulle corsie laterali, mentre lo spauracchio Piatek è controllato senza troppi problemi da Acerbi, come era già successo in Coppa Italia. I rossoneri si preoccupano solo di gestire bene il pressing, cercando qualche conclusione dalla distanza. Intorno alla mezzora, però, il Milan si sveglia, grazie anche all’ottimo lavoro in fase di non possesso: prima Suso, poi Piatek mettono paura a Strakosha, sfruttando bene i cross di Borini e Calabria. Questione davvero di centimetri, come quelli che impediscono a Immobile di sbloccare il punteggio al 45′: il napoletano scatta sul filo del fuorigioco e colpisce il palo sinistro. È l’ottavo legno in campionato per il bomber, non proprio baciato dalla Dea Fortuna. La ripresa comincia nel peggiore dei modi per i due tecnici: Inzaghi deve rinunciare a Correa dopo due minuti, mentre Gattuso perde contemporaneamente Calabria e Romagnoli. Il Milan passa al 3-4-2-1, con Borini e Laxalt esterni e Piatek unica punta, supportato da Suso e Calhanoglu. Un cambio che si rivelerà decisivo. La partita resta vibrante, con rapidi capovolgimenti di fronte e qualche spazio in più a disposizione per le ripartenze, non sempre sfruttato nel migliore dei modi. Il Milan sembra averne di più e al 76′ guadagna un calcio di rigore: Calhanoglu crossa, Acerbi colpisce con la mano attaccata al corpo. Rocchi, dopo la revisione al VAR, annulla giustamente la decisione, ma pochi minuti dopo concede di nuovo la massima punizione ai rossoneri, per un contatto tra Durmisi e Musacchio. Stavolta non ci sono dubbi: ingenuo l’intervento dell’esterno della Lazio, che va dritto sull’uomo. Dal dischetto si presenta Kessie, freddissimo nello spiazzare Strakosha. Simone Inzaghi non si dà pace per l’episodio che potrebbe decidere la stagione dei suoi. Il mister piacentino è una furia e costringe Rocchi ad allontanarlo. Il direttore di gara concede sei minuti di recupero, nei quali succede di tutto: Strakosha tiene a galla la Lazio con un miracolo su Suso, poi dubbi per un contatto in area rossonera tra Milinkovic-Savic e Rodriguez. Il Milan regge e conquista tre punti che scacciano i fantasmi e lo riportano al quarto posto.
FONTE FOOTBALLPRESS.IT
Be the first to write a comment.