La Lazio crolla in casa sotto i colpi di un Chievo velleitario nonostante la retrocessione in serie B. Nemmeno il pareggio del Milan a Parma ha galvanizzato la squadra di Inzaghi, ferma e poco reattiva, supponente davanti all’ultima della classe. La Lazio, questa Lazio non può sperare di conquistare terreno verso quella meta del quarto posto. Il naufragio si concretizza a pochi giorni dal match con il Milan per raggiungere la finale di coppa Italia. Ma è’ opinione comune che anche l’eventuale vittoria a San Siro non cancelerebbe lo scempio perpetrato all’Olimpico contro il Chievo. All’Olimpico si sperava che la Lazio appreso il risultato di Parma avrebbe spinto forte sull’acceleratore per conquistare i tre punti sul Chievo già condannato alla serie B. Ma così non è’ stato. Dopo i primi 10 minuti di studio e di schermaglie arrivano due conclusioni di Immobile e Caicedo. Il Chievo risponde subito con un tiro dalla distanza di Meggiorini senza grandi pretese. Al 14esimo Inzaghi si vede costretto a cambiare subito l’infortunato Radu per Luis Felipe. Il tecnico biancoceleste per l’occasione ha preferito dare spazio a Badelj, Durmisi e Marusic anche in vista del big-match con il Milan in coppa Italia dove inevitabilmente giocheranno tutti i titolari. Di Carlo invece propone un 4-3-1-2 con alcune alternative come Semper in porta, Bani, Cesar, Leris e Meggiorini. Il ritmo dopo qualche accelerazione iniziale scende e si spegne al limite dell’area avversaria. Al 35esimo l’episodio clamoroso che vede protagonista Milinkovic artefice di un calcio alle terga di un clivense: rosso diretto da parte dell’arbitro Chiffi e la partita di Savic termina li. Lazio in 10 e Inzaghi corre ai ripari richiamando Patric per Parolo. La partita prende inevitabilmente una piega diversa. Ora la Lazio tenta di alzare il ritmo e giocare di più sulle fasce laterali ad un minuto dal fischio parziale c’è il colpo di testa di Parolo che fa gridare al gol ma Semper para a terra. Termina così il primo tempo con l’enorme rammarico ed il grande disappunto dei tifosi nei confronti dei biancocelesti in campo e nei confronti dell’arbitro per alcune decisioni avallate anche dal  Var. Il secondo tempo appare subito peggio del primo. I contropiede del Chievo sono micidiali, l’uno-due di Vignato-Hetemaj mettono in ginocchio la Lazio che sembra esser rimasta negli spogliatoi. Il due a zero appare incredibile per come è maturato a favore di una squadra già retrocessa in serie B. Il Chievo fa pesare l’uomo in più. È’ il 13esimo ed Inzaghi manda in campo Correa a posto di Badelj: ora son tre gli attaccanti per tentare di capovolgere il risultato. Ed è infatti un attaccante a dimezzare lo svantaggio. È’ il 23esimo e Caicedo mette la palla in rete dopo una serie di scambi in area di rigore. Il 2 a 1 riconsegna un po’ d’entusiasmo alla Lazio. Ora è Correa la spina nel fianco della retroguardia clivense ma la Lazio trova enorme difficoltà a sfondare per vie centrali. Di Carlo fa un paio di sostituzioni per coprire di più la difesa. Scelta azzeccata perché il Chievo difende anche con un po’ d’affanno ma riparte in contropiede. Correa le prova tutte ed al 44esimo centra il palo pieno alla destra di Semper. Chiffi da’ 5 minuti di recupero ma servono, a poco perché la partita termina 2 a 1 per il Chievo che ricorderà questa vittoria per il prossimo intero anno che dovrà trascorrere nella categoria cadetta. Per la Lazio e per tutti i suoi tifosi non sarà una bella Pasqua da trascorrere. La colomba e l’uovo saranno amari, amari anche per Luis Alberto che rimedia il cartellino rosso per un applauso di scherno nei confronti dell’arbitro dopo il fischio finale. Ora alla Lazio resta solo l’obiettivo coppa Italia e l’ingresso in Europa League. Probabilmente sarà una magra consolazione dopo la figuraccia dell’Olimpico dove si è scritta una brutta pagina della storia biancoceleste. MAURO CEDRONE