In quel di Monaco doveva e poteva essere il Berrettini-day e in parte lo è stato. Perché il 23enne romano, numero 37 del mondo, dopo la vittoria a Budapest, si era presentato sulla terra rossa bavarese “in palla” come non mai. Ed ha confermato il buon momento di forma cedendo solo in finale nel tie-break del terzo set ad un altro emergente, il 22enne cileno Garin, che in semifinale aveva sconfitto nettamente il prode Cecchinato. Berrettini, neo numero 37 del mondo, complice la pioggia di ieri, oggi è dovuto entrare in campo alle 11 per la sua semifinale contro il quotato iberico Bautista Agut, numero 21, e lo ha bistrattato con un eloquente 6/4 6/2 in un’ora e 11 minuti, compiendo una impresa importante (seconda finale consecutiva, la terza in carriera), oltre alla nona vittoria consecutiva sulla terra in una settimana. Ma in finale, dall’altra parte della rete, il tennista capitolino ha trovato il cileno Garin, attuale 47 del ranking mondiale ma in grande ascesa a soli 22 anni: il romano ha lottato anche contro il clima decisamente invernale di Monaco di Baviera (a tratti c’è stato nevischio!) ed ha finito purtroppo, per cedere lo scettro di vincitore col punteggio di 6/1 3/6 7/6 dopo due ore e 8 minuti di gioco, arrivando un po’ scarico dal punto di vista fisico al tie-break decisivo. Vincere semifinale e finale nello stesso giorno sarebbe stato impressionante e Berrettini ci è andato vicino, ma il suo rivale, il cileno Garin è tra i più in forma sulla terra rossa, come testimoniano i dati (terza finale stagionale e in carriera, sempre sulla terra, secondo titolo dopo quello conquistato a Houston mentre a San Paolo aveva perso dall’argentino Pella). In ogni caso il davis-man azzurro salirà ancora in classifica posizionandosi al numero 31, best ranking dopo best ranking in soli sette giorni. Con i master 1000 di Madrid e Roma alle porte e subito dopo il Roland Garros, si può puntare ad entrare stabilmente nella top-30, anche se sognare qualcosa in più non è utopia.

Andrea Curti