L’edizione della Champions League 2018/2019 verrà rimandata ai posteri come una delle
più spettacolari di sempre, col climax dell’emozione raggiunto nelle Semifinali Barça-
Liverpool e Ajax-Tottenham. Due serate passate sulle montagne russe che hanno tenuto i
tifosi del Belpaese davanti le TV nonostante l’assenza di “nostri” beniamini.

SUCCEDE SOLO AD ANFIELD? – Raccontatelo a quelli di Valverde, che nella Champions
del “tutto o niente”, raccolgono la seconda clamorosa eliminazione con “remuntada” nello
spazio di dodici mesi. Se l’anno scorso all’Olimpico le fauci capitoline della Roma di Di
Francesco avevano triturato ai quarti la boria catalana, stavolta è una minuziosa
macchina da guerra inglese guidata da un generale tedesco a schiantare con un 4-0
Messi e compagni. Il Liverpool giocava senza Firmino e Salah ma non se n’è accorto
nessuno, tantomeno quelli che all’andata avevano commentato con troppa severità il 3-0 del
Camp Nou. Georgino Wijnaldum e Divock Origi, non esattamente gli uomini da
palcoscenico che ti aspetti. Una doppietta ciascuno ad alimentare una leggenda,
metropolitana ma non troppo, che recita: “Old Trafford sarà anche il teatro dei sogni, ma è
ad Anfield Road che gli incubi prendono forma divorando speranze e campioni”…

AMSTERDAM DA SBALLO, SPURS AVANTI – Se il martedì aveva lasciato tanti a bocca
aperta, il mercoledì ha definitivamente slogato le mandibole restate serrate. L’Ajax fa
l’Ajax in tutto e per tutto, giocando in maniera totale per 96’, anche nel momento in cui –
risultato “aggregato” alla mano – sarebbe stato meglio trasformarsi in un catenacciaro
Chievo qualsiasi. La sinfonia di Ten Hag dei primi 45’ fa ballare il Tottenham infilzandolo
due volte, prima con De Ligt e poi con un super Ziyech. Gli inglesi si piegano e sembrano
definitivamente spezzarsi, non fosse per un secondo tempo che passerà agli annali per
intensità e bellezza pura delle giocate mostrate. Se ad Anfield mancavano Salah e
Firmino, dalle parti di Pochettino latita da un po’ un certo Harry Kane. Zero acquisti e
zero cessioni però a White Hart Lane, con una volontà granitica che nemmeno le
sofisticate architetture olandesi hanno saputo by-passare. Tre volte Lucas Moura, con
pali, traverse ed un altra valanga di infarti in mezzo, mandano fuori tempo massimo i
londinesi a Madrid.

FINALE ALL’INGLESE – Dopo molti anni di digiuno nelle partecipazioni all’atto conclusivo,
ecco che riemergono le tigri della Regina. Nella Champions più intensa, adrenalinica e
“pazza” degli ultimi trent’anni, è giusto che siano i profeti del “box-to-box” a giocarsela al
Wanda Metropolitano. Dal 2008 (Manchester United-Chelsea) non si viveva una Finale
tutta inglese; di lì in poi quasi solo Spagna con sprazzi bianconeri (perdenti, ndr) a fare
capolino. Attaccheranno, sfidandosi faccia a faccia, a volto scoperto, come due pesi
massimi alla dodicesima ripresa. Brexit nel calcio? No, grazie.

Alessandro Sticozzi