ROMA – Giove Pluvio è inclemente con questi Internazionali, ma lui, Fognini, il suo “grido d’allarme” sulla sua condizione fisica lo aveva già lanciato prima del match di primo turno contro il francese Tsonga. Così il tennista ligure, 12 del mondo (eguagliato Bertolucci nel ranking mondiale di tutti i tempi), si è ritirato dal doppio. “Ha un leggero mal di gola con un leggero rialzo febbrile“, ha specificato il Prof. Pier Francesco Parra, detto “Doctor Laser”, responsabile medico delle squadre Nazionali di Coppa Davis e Fed Cup che segue Fognini da tempo, intervenuto alla trasmissione “Zona Cesarini” di RadioRai1, “pertanto abbiamo ritenuto giusto non farlo scendere in campo, anche per le avverse condizioni meteorologiche che avrebbero potuto peggiore il suo stato di salute in vista del suo impegno di singolare. La febbre comunque non è prevedibile, per fortuna è leggera e lui sta facendo tutte le cure del caso. In ogni caso un atleta deve convivere con le sue problematiche quando si supera i 30 anni di età, in età matura qualche acciacco c’è, lui però capisce bene il suo corpo, legge e previene le problematiche e le cura per tempo, ha uno staff a disposizione, un coordinamento medico tra medici, fisioterapisti, osteopati e altre figure necessarie per il suo recupero più rapido possibile“. E lo stiramento dei flessori a Montecarlo? “E’ tutto sotto controllo“, risponde Parra, “la problematica muscolare avuta a Montecarlo si è risolta lentamente, anche se qualche segno è rimasto la patologia è sotto controllo“. Il vero problema di Fognini è la caviglia. Quanto c’è di vero nelle voci che volevano l’azzurro sotto i ferri dopo il Roland Garros? “Faccio il chirurgo da quasi 40 anni, amo la chirurgia e ho due specializzazioni, le ho studiate a fondo. Però credo che quando un atleta è un pochino avanti con l’età, cioè oltre i 30 anni, ed ha problematiche degenerative di questo genere; secondo me rischiare ora un intervento non lo consiglierei, a meno che dovesse dare dei segni assolutamente fastidiosi“.  Insomma, tirare avanti (chissà per quanto) pare la parola d’ordine del clan medico del numero 1 d’Italia; d’altronde l’azzurro, dopo il successo a Montecarlo, pare davvero intenzionato ad entrare nella top-ten mondiale.

Andrea Curti