ROMA – Sole e caldo al Foro Italico, ma la doccia scozzese degli italiani, tutti fuori dagli Internazionali, non fa piacere, anzi fa male. Perché è dai tempi di Adriano Panatta (1976) che si attende questo benedetto Messia tennistico. Su Fognini, reduce dal successo a Montecarlo e numero 12 del mondo, c’erano diverse aspettative e pressioni, che forse, mixate con le sue non buone condizioni fisiche (mal di gola e febbre settimanale, stiramento e caviglia cronica), non hanno permesso che il sogno si realizzasse. Almeno però Fognini negli ottavi ci è arrivato; nel pomeriggio, in modalità risparmio energetico, era riuscito a riscaldare il pubblico romano rimontando nel primo set da 2-4 al moldavo Albot; il 32enne ligure risaliva la china e si issava sino al tie-break dove annullava un set point al suo avversario all’undicesimo punto (servizio e dritto inside). Anche in serata Fognini ha giocato a corrente alternata ma dall’altra parte della rete c’era un avversario di ben altra caratura, il greco Tsitsipas, numero 7 del mondo, il quale non ha perdonato; un’ora e tredici minuti e 6/4 6/3 abbastanza rapido per l’ellenico. Fognini ha sempre inseguito nel punteggio (e in campo) il suo avversario: nel primo set 3-0 Tsitsipas, poi controbreak Fognini al settimo gioco e 4 pari, ma al decimo game l’azzurro si è fatto breakkare per la seconda volta a zero e il set è andato. Nella seconda frazione il greco andava avanti prima 2-0 e poi 4-2, l’allungo definitivo che lo lancia nei quarti di finale. Gli altri azzurri, chi più chi meno meritatamente, hanno ceduto di schianto senza prendere nemmeno un set ai loro avversari. Forse la delusione più grande è sul viso di Matteo Berrettini del Nuovo Salario, l’unico tra i tennisti italiani già approdato negli ottavi di finale e quindi non costretto al tour de force delle due partite in un giorno, a differenza del suo avversario, il terribile piccoletto argentino (170 cm il sudamericano contro i 196 del romano), che per arrivare negli ottavi nella mattinata aveva eliminato il mancino spagnolo Ramos Vinolas, in un match iniziato alle 10 del mattino e durato un’ora e mezza. Nonostante ciò, il 26enne di Buenos Aires, numero 24 delle classifiche (ma era 11 il giugno dello scorso anno), pareva assai più reattivo dell’italiano, arrivando sempre sulla pallina, pedalando da fondo come non mai, di fatto disorientando un Berrettini irriconoscibile anche nelle sue armi migliori, il servizio e il dritto. Così Davide ha sconfitto Golia. Il romano proveniva, sulla terra, da 11 vittorie su 12 partite che lo hanno fatto balzare al numero 33 della classifica mondiale, e al Foro aveva eliminato addirittura il tedesco Zverev, 5 del mondo. La resa contro Schwartzman è ingiustificata nel punteggio (6/3 6/4) e nella modalità, non dando mai l’impressione di poterne venire a capo. Ha avuto sì l’azzurro, nel terzo gioco del primo set, due palle-break, ma non le ha sfruttate, e l’argentino ha ringraziato qualificandosi ai quarti di finale (il match peraltro è stato interrotto due volte per malori degli spettatori). ”E’ stata una cattiva giornata, un match strano, non mi sentivo a mio agio” – ha detto Berrettini a fine match – Non pensavo alla possibile testa di serie al Roland Garros. Semplicemente non ho giocato come so. Devo accettarlo: anche questo fa parte del percorso di crescita di un giocatore”. Il percorso di crescita si misura anche dalle vittorie; a 23 anni altri sono già arrivati quasi in vetta, in Italia invece bisogna accontentarsi. E’ il caso del 17enne Sinner, attuale numero 263, guidato dal guru Piatti (dalla sua scuderia in passato sono usciti Furlan, Ljubicic e Caratti) e dal tecnico Sartori (coach di Seppi) che stanno facendo un ottimo lavoro; però, alla sua età, i veri fenomeni del tennis vincevano già Wimbledon (Becker) e il Roland Garros (Chang), per cui troviamo ingiustificata tutta questa eccessiva euforia intorno al ragazzo (che ha vinto un challenger e due ITF). Aveva il ragazzino del Nord il compito più arduo contro il greco Tsitsipas, 7 del mondo e reduce dalla finale persa a Madrid contro Djokovic e dal successo all’Estoril, ed ha portato a casa cinque giochi, dando battaglia sono nel primo set. Il 26enne palermitano Cecchinato, 19 del mondo, aveva il 50% di possibilità contro l’esperto 35enne tedesco Kohlschreiber, numero 56 ma in passato 16 (come il best ranking del Ceck) e che querst’anno sul veloce aveva battuto Djokovic. E di fatto sul veloce si è giocato, non sulla terra rossa. Ha raccontato il siciliano: “C’è tanta delusione dentro di me, avevo iniziato bene (3-0, poi 3-1 e servizio, ndr), poi però il mio avversario ha preso il gioco in mano, spingendo con decisione, fin dalla risposta. Mi dispiace non essere riuscito ad esprimere il mio tennis, ma le condizioni non erano buone per me oggi. Sono stato penalizzato davvero tanto dal campo: speravo di poter essere programmato sul Pietrangeli o il Grand Stand, ma per via della giornata persa di ieri sono finito sul numero 2, piccolo come dimensioni e con pochissima terra, sinceramente non sono riuscito a trovare punti di riferimento, era talmente veloce che mi sembrava di giocare indoor. Non avevo per nulla buone sensazioni in campo – ha continuato il tennista azzurro – la giornata di ieri è stata pesante, senza trascurare che anche martedì sera sono stato tra gli ultimi a lasciare l’impianto visto che il nostro match era programmato nella sessione serale dopo Azarenka-Svitolina. E penso che tutto questo abbia influito sulla mia prestazione odierna. Un aspetto su cui lavorare per un salto di qualità? Credo di essere già riuscito a vincere partite in giornate in cui non ero al massimo, ad esempio a Buenos Aires e in altri tornei, ma in condizioni ‘normali’, oggi non lo erano per il mio punto di vista”. Il giudizio del Ceck sul 2019 è positivo: “Sono davvero soddisfatto di come sta andando il 2019, ho vinto un titolo in febbraio, cosa che per me è sempre complicata come periodo della stagione. E poi ho raggiunto la semifinale a Doha sul cemento e a Monaco sulla terra praticamente senza allenamento visto che dopo Montecarlo sono stato a letto una settimana con 39 di febbre e con dolori alla schiena. Ora ho qualche giorno per allenarmi in vista del Roland Garros”. Già, quel Roland Garros che lo ha consacrato a livelli altissimi. Lui confessa:“Ricordo tutto come fosse ieri e saranno splendide emozioni ritornare in quei luoghi a Parigi, sono certo che mi verranno i brividi. Ci sarà naturalmente un po’ di pressione per dover difendere semifinale, però non tanta da impedirmi di giocare. Ho passato un turno qui a Roma e quest’anno ho raccolto già 640 punti ATP quindi ci sarà dentro di me anche tanta serenità e consapevolezza”.

Intanto, follia Kyrgios sul campo 2. L’aussie, numero 36 del mondo, contro il qualificato figlio d’arte norvegese Ruud (76), aveva riacciuffato il match aggiudicandosi il tie-break della seconda frazione, durante la quale si era di continuo lamentato con il giudice di sedia per il via-vai degli spettatori sugli spalti (prima anche il solito siparietto con incitamento agli spettatori, con tanto di balletto e sceneggiate). Poi l’inspiegabile reazione nel secondo gioco. Il turpiloquio incessante gli è costato il penalty-point che lo ha mandato su tutte le furie: consueto, per lui, lancio della racchetta in terra, poi calcio ad una bottiglietta e addirittura un nuovo sport, il getto del seggiolino in campo. Inevitabile la squalifica inflittagli dall’arbitro, così il tennista australiano ha abbandonato il campo tra i fischi dei romani. Detto che reazioni violente di questo genere sono deprecabili e ingiustificabili nello sport, va anche però considerato che l’afflusso massiccio di questi giorni al Foro Italico non è così regolato come al Roland Garros, per cui si formano triple e quadruple file di persone in piedi che, avendo pagato il biglietto, vogliono giustamente vedere le partite, e un continuo andirivieni di spettatori non proprio silenzioso. Magari sarebbe stato meglio vendere qualche biglietto in meno, anche per una situazione di maggior sicurezza. Fatto sta che chi si è scagliato contro gli organizzatori è stato il numero 4 del mondo, l’austriaco Thiem, che ha perso la battaglia col resuscitato Verdasco. Ha dichiarato il 25enne di Vienna: “Il modo in cui vengono trattati i giocatori in questo torneo è inaccettabile. Tutti sapevano che ieri avrebbe piovuto tutto il giorno, e ci hanno tenuti qui fino alle 19.30. Tutti sapevano da chissà quanto tempo che ci sarebbe stata una partita di calcio ieri sera (la finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta, ndr).Il tragitto fino all’hotel è durato un’ora e mezza: ci avrebbero potuto mandare via nel pomeriggio, quando non c’è traffico e non ci sono ragazzi che si picchiano per strada. Sono molto arrabbiato“.  Di certo sarà contento il 35enne mancino iberico Verdasco, 38 del mondo, che è stato in campo 5 ore lottando e battendo due top-20 (Thiem appunto e il russo n.13 Khachanov) approdando nei quarti di finale, dove troverà il connazionale quasi 33enne maiorchino Nadal, 2 del mondo, uno che ha vinto 11 Roland Garros e 8 volte Roma (è defending champion al Foro) ma che quest’anno ha collezionato solo semifinali (Barcellona, Montecarlo e Madrid) senza alzare ancora un trofeo. Intanto nei suoi due incontri di giornata lo spagnolo ha lasciato solo un game (avete capito bene, un game) vincendo 6/0 6/1 e 6/1 6/0 contro i malcapitati Chardy e BasilashviliDirompente anche il numero 1 del ranking, il serbo Djokovic, quattro volte campione a Roma più otto finali nelle complessive dodici partecipazioni al Foro Italico, che ha concesso solo quattro giochi al giovane mancino canadese Shapovalov e tre al giustiziere di Cecchinato, il tedesco Kohlschreiber. Il serbo incrocerà le racchette col redivivo argentino Del Potro, sceso al numero 9 (era 3 lo scorso agosto) e rientrato con sconfitta a Madrid dopo tre mesi di assenza dai campi. Ha poche partite nelle gambe il gigante di Tandil (198 cm) ma le due programmate al Foro le ha portate a casa senza perdere un set e se è realmente guarito dall’ennesimo infortunio, è un osso duro per tutti. Prosegue il suo cammino anche Sua Maestà Re Roger Federer che, a 37 anni suonati, ha retto il ritmo di due incontri in giornata aggiudicandoseli entrambi: morbido il primo, 6/4 6/3 al portoghese Sousa, assai più duro l’altro, chiuso 6/2 4/6 7/6 in suo favore contro il giovane Coric dopo oltre due ore e mezza di lotta. Soprattutto lo svizzero, 3 del mondo, ha annullato due match point al n.15 croato nel tie-break decisivo. Zitto zitto è arrivato ai quarti anche il giapponese Nishikori che se l’è vista brutta contro il teutonico Struff, a cui ha annullato un match point nel decimo game del secondo set. Capitolo femminile. Mentre resiste la numero 1 Osaka e Serenona Williams si è ritirata per il riacutizzarsi del fastidio al ginocchio, il secondo turno è stato fatale alla Svitolina, che aveva vinto le ultime due edizioni del Foro Italico, e si sono registrate altre sorprese di notevole portate. Ad esempio la 19enne ceca Vondrousova, n. 42, ha fatto fuori la numero 3 Halep e la n. 21 Kasatkina, e nei quarti se la vedrà con la brava “Gimme hop” Johanna Konta, 41, inglesina più da veloce per il gioco leggerino ma esile ed agile quanto basta per regolare di fila due americane, prima la fallosa e poco combattiva n.8 Stephens e poi la 38enne Venus Williams. Si rivedono la bielorussa Azarenka, una che sa giocare bene a tennis, che ha distrutto l’iberica Muguruza, e la francese Mladenovic, che ha estromesso dal torneo la svizzera Bencic e l’australiana Barty. Molto solida infine l’olandese Bertens che ha vinto 11 delle ultime 12 partite sulla terra rossa.

Andrea Curti