Au revoir Messieur Fognini. Tutte le speranze di vedere il ligure nei quarti di finale contro il numero 1 Djokovic si sono infrante sul muro berlinese dì Alexander Zverev, 5 del mondo e del seeding, che ha impiegato tre ore scarse e quattro sets (3/6 6/2 6/2 7/6 lo score) per sbarazzarsi del tennista azzurro nella rivincita degli ottavi di Montecarlo, quando ad imporsi fu proprio Fognini. Che, a Parigi, era partito forte (3-0) prima di subire l’aggancio ed allungare di nuovo fino alla conclusione della prima partita, complici anche qualche doppio fallo di troppo del tedesco (due al secondo game, altri due al sesto, in totale 12 nel match). Con un tedesco così falloso si poteva osare di più e Fognini, nella seconda frazione, al quinto game sul servizio Zverev, ha avuto ben quattro palle break ma due Zverev le ha annullate con altrettanti ace (14 in tutto) e le altre le ha sciupate, cosicché il teutonico ha preso l’iniziativa del gioco costringendo spesso Fognini al tergicristallo. Così quattro game di fila e Zverev pareggiava il conto dei set. Nel terzo, senza storia, il tennista teutonico non trovava ostacoli chiudendo 6/2. Intanto Fognini chiedeva il medical time out per farsi trattare la gamba destra che già gli aveva dato qualche problema durante la sfida del turno precedente contro lo spagnolo Bautista Agut, ma non gettava la spugna. Sul 4-4 del quarto set, il ligure ha avuto una palla break che Zverev ha cancellato con un rovescio vincente, lo stesso sul 5-5 dopo un doppio fallo del tedesco (diritto spedito out). Così si arrivava al tie-break: non ci voleva il doppio fallo per Fognini al sesto punto che lanciava Zverev 4-2 e poi 6-3. Il tennista italiano annullava i primi due match point con il servizio a disposizione, poi metteva fuori ancora un diritto e addio quarti di finale. Peccato per le occasioni mancate dall’azzurro che in conferenza ha confessato: ““Probabilmente in quelle circostanze sono stato troppo prudente, non ho rischiato, non sono andato a prendermi il punto”“Comunque – ha continuato Fognini – vanno fatti i complimenti al mio avversario, oggi quando tirava la prima la sentivo, facevo fatica a rispondere. Dopo quelle quattro palle break nel secondo set ho perso un po’ la misura dei colpi e lui mi è scappato. Ho ritrovato il ritmo giusto nel quarto, che ho perso per dei dettagli. E quando giochi un match così equilibrato contano tanto”. Programmi? Eccoli: “Ora torno a casa e mi riposo, poi andrò a Wimbledon una settimana prima, ma non giocherò tornei prima di Londra. Sapete che non amo l’erba”. Un bilancio di primi questi sei mesi? “Il click è scattato dopo Monte Carlo, non avevo mai conquistato un torneo così importante. In Australia avevo giocato bene, poi per due mesi quasi non ho vinto più una partita anche se in allenamento mi sentivo bene. Dopo Monte Carlo ho perso tre partite con giocatori che mi stanno davanti in classifica, Thiem a Madrid, Tsitsipas a Roma e a Parigi con Zverev”. Non tutti i mali però vengono per nuocere: al momento Fognini è al decimo posto avendo superato lo yankee Isner (assente a Parigi), e soltanto lo svizzero Wawrinka, se vincesse il torneo (e domani gioca il derby rossocrociato contro Federer) potrebbe scavalcare l’azzurro. Aspettiamo insomma. Fognini sarebbe il terzo italiano dell’era open ad entrare nella top ten dopo Adriano Panatta, numero 4 nel 1976 (l’anno magico della conquista degli Internazionali d’Italia e del Roland Garros), e Corrado Barazzutti, salito al numero 7 nel 1978.

Andrea Curti