Tutto (o quasi) in una giornata: Fognini entra nella top-ten 40 anni dopo l’ultimo italiano in ordine cronologico, ovvero Corrado Barazzutti attuale cittì di Coppa Davis (e anche suo coach all’occorrenza), e nel mentre Marco Cecchinato da Palermo, dopo la cocente sconfitta a Parigi, abbandonava (o si abbandonavano, non si è capito bene) coach Vagnozzi dopo oltre due anni di successi incredibili. Lo psicodramma del tennista siciliano, che al Roland Garros ha collezionato il settimo primo turno della stagione (sono un po’ troppi…)  scivolando al numero 39 della classifica ATP e che, favola del Roland Garros 2018 a parte, negli Slam ha sempre perso all’esordio, si è dunque materializzata in questa decisione che è come un fulmine a ciel sereno. Perché insieme i due hanno centrato tre titoli Atp (Budapest, Umago e Buenos Aires), la storica semifinale al Roland Garros 2018 e il best ranking al numero 16, dati da far strabuzzare gli occhi per un giocatore che, un anno e mezzo fa, era abitudinario dei challenger, dei palcoscenici minori.
L’annuncio del divorzio è arrivato nel più classico dei casi “moderni”, con un post sul profilo instagram del tennista palermitano. Ecco il testo: “Chi pratica il tennis conosce bene quanti pensieri attraversano la testa durante una partita. Mentre disputavo il mio match del Roland Garros, ho sentito bisogno di un cambiamento”, ha scritto Cecchinato, che poi ha chiuso il messaggio con un ringraziamento:“Grazie Vagno, Mi hai insegnato tanto. Il mio impegno futuro è affrontare nuovi percorsi con nuove strategie per tornare ai livelli di massima soddisfazione”. La sconfitta col quasi pensionato Mahut, che fa scopa con quella dell’altro pensionato francese Benneteau agli US Open 2018 e lo slavo Krajinovic in Australia, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ indubbio che l’azzurro debba trovare un mental coach che lo aiuti a gestire meglio soprattutto i momenti di vantaggio (contro Mahut e Krajinovic era avanti due set a zero prima di perdere malamente al quinto!), a non sciupare troppe occasioni nei momenti topici del match (vedi Wimbledon 2018 contro De Minaur), e forse l’apporto di un ex giocatore di livello potrebbe aiutarlo a ripartire. Perché la parola d’ordine deve essere ripartire, subito, immediatamente, dal suo tennis (che fine ha fatto la sua famosa pallacorta?) con un tocco di malizia in più; basta lasciarsi andare, Cecchinato ha i mezzi tecnici per riemergere. Come un’araba fenice. Gli appassionati lo aspettano.

Andrea Curti