di CRISTIANO SACCHI 

I Creedence Clearwater Revival, non sono solo un gruppo musicale americano. Loro sono l’America e gli anni ’60, la guerra in Vietnam, gli hippies, la controcultura giovanile, il rock, il pacifismo e tutto quello che succedeva in quell’epoca carica di utopie, rivoluzioni e buone intenzioni. Per chi ha vissuto quegli anni, ascoltare la loro musica significa fermarsi di colpo e restare per un attimo con lo sguardo perso nel vuoto, con gli occhi lucidi e con la mente che ritorna a quei ricordi nostalgici di un epoca irripetibile, dove tutto era possibile e a portata di sogno. John Cameron Fogerty, nasce il 28 maggio 1945, è il leader, fondatore e compositore della band, da sempre accompagnato dal fratello Tom, da Stuart Cook al basso e da Doug Clifford alla batteria. Nelle loro suond scorre un mix esplosivo di country, soul, rockabilly, blues, rock’n’roll e psichedelia. Terzo di cinque figli, John mostra subito interesse per la musica: è ancora uno studente quando nasce l’amicizia e il legame con Clifford, cui si aggiunge poi Cook. Nascono così i Blue Velvets che diventeranno con il tempo un gruppo rinomato nella Bay Arena. Il trio si evolve nel ’63 con l’aggiunta del fratello di Fogerty, Tom, che diventa la voce e la chitarra ritmica del gruppo. I Blue Velvets, su consiglio dell’etichetta discografica, cambiano nome in The Golliwogs, ma alla band il nome non andrà mai a genio, e il tanto sperato salto di qualità tarderà ad arrivare. La svolta arriva nel ’67, quando John Fogerty di ritorno dal servizio militare, prende in mano la situazione: ribattezza il gruppo Creedence Clearwater Revival, e ne diventa leader incontrastato. Il primo album omonimo esce nel ’68 e contiene un mix di psichedelia e classici blues, tra cui la leggendaria versione di Susie Q. Con il secondo album, Bayou Country arrivano al settimo posto della classifica di Billboard, grazie sopratutto alla famosa Proud Mary. Nel ’69 il successo porta la band a calcare i palchi dei grandi festival con Jimi Hendrix, Joe Cocker, Steppenwolf, Jethro Tull, fino ad arrivare al festival di Woodstock. Sempre nel ’69 esce il loro terzo album Green River, questa volta primo nella classifica di Billboard, e primo vero album rock della band. Il lavoro della loro piena maturità è però Willy And The Poor Boys, il loro quarto album che tocca il milione di copie vendute, ricco di hit passate alla storia come Down On The Corner che apre il disco. Si prosegue con It Came Out Of The Sky, brano rock’n’roll semplice e potente, che con il suo riff riporta al migliore Chuck Berry. Cotton Fields, cover di Huddie Ledbetter è country puro, cento per cento southern mood, mentre Poorboy Shuffle sembra più un intermezzo strumentale del disco, dove la band si diverte a suonare sopra l’armonica di John. Feelin’ Blue chiude il lato A, brano ipnotico/psichedelico grazie al tremolo sulla chitarra che esegue il riff: è un altro evergreen. Il lato B si apre con Fortunate Son, le prime note di chitarra, forse, sono tra le più famose della storia del rock, anche grazie al film Forrest Gump che userà questo incipit nelle prime scene ambientate in Vietnam. Don’t Look Now è un veloce country senza troppe pretese, si prosegue con Midnight Special, altra hit leggendaria, con quel sapore molto Woodie Guthrie, Side O’ The Road è un altro strumentale della band dove la chitarra solista di John Fogerty aggredisce e morde l’ascoltatore. Effigy, altro brano da leggenda, chiude il disco: un rock-blues che lascia ampio spazio alle improvvisazioni delle chitarre, mai però sopra le righe. Se sei americano, o comunque “occidentale”, i Creedence fanno parte di te, la loro musica si annida nel presente più di quanto si possa immaginare, il loro rock ha cambiato, nelle nostre teste, anche solo per un momento le sorti del mondo intero.