Che Fognini non sia specialista dell’erba se lo erano accorti anche gli organizzatori di Wimbledon, gli stessi che lo hanno messo sul campo 14 (campo di passaggio tra un court e l’altro e per questo particolarmente caotico da prendersi gli insulti del ligure, da qui il suo “Maledetti inglesi, potesse una bomba scoppiare su questo circolo“) e che nel novero delle teste di serie lo avevano declassato da 10 del mondo a 12 del seeding. Ci avevano visto lungo i parrucconi londinesi, nonostante suscitino poca simpatia un po’ a tutti, perché un giocatore con un po’ di spessore agonistico in più avrebbe battuto lo scarso americano Sandgren, numero 94 del mondo, che proprio sui campi dell’All England Lawn Tennis Club ha interrotto una serie quasi infinita di primi turni. E invece Fognini, che va detto derubato anche dall’arbitro nel primo game dell’incontro che avrebbe sancito il break in apertura, ha finito per alzare bandiera bianca alla fine del secondo set, perso malamente (come del resto la partita) al sedicesimo punto del tie-break dopo non aver capitalizzato nemmeno uno dei quattro set point a disposizione. Sandgren, che fisicamente (per la schiena ricurva) ricorda quel Pat Dupre che Inflisse a Panatta sempre a Wimbledon la più cocente sconfitta della carriera, ha così portato a casa gli ottavi di finale che giocherà da sfavorito contro il connazionale Querrey, altro redivivo della pelota, di certo più talentoso. Fognini, dal canto suo, a 32 anni e pieno di acciacchi, sia pur nella sua miglior stagione (è entrato nella top-ten) ha perso una incredibile occasione di superare il tabù del terzo turno a Londra, raggiunto per la quinta volta in carriera senza mai arrivare negli ottavi. Ottavi invece centrati da Berrettini per la rpima volta in carriera. Contro un ribattitore come l’argentino Schwartzman, 170 cm che ha costruito la sua classifica (è numero 24) rincorrendo avversari e palline sino all’esaurimento nervoso, Berrettini (che ha 26 cm in più ed è 20 del mondo) deve sudare da subito per mantenere il servizio. Poi, nel giro di pochi minuti, succede prima quello che ti aspetti (cioè che Berrettini breakki il suo avversario andando a servire per il set) e poi invece la sorpresa, cioè che Berrettini si faccia subito controbreakkare andando a finire nella roulette russa del tie-break, Dove, a sparare i colpi migliori, è l’argentino cui è sufficiente un solo mini-break al secondo punto per vincere la prima partita. Sulla falsa riga della prima, la seconda frazione di gioco; al dodicesimo game, sul servizio del sudamericano, Berrettini sciupa due ghiotti set-point e si va di nuovo al tie-break dove però questa volta il tennista romano è più attento, salendo 4-0 per chiudere 7 punti a 2. E’ un match equilibrato e imprevedibile, quasi contrario alle caratteristiche fisiche e tennistiche dei contendenti, con il piccolo argentino che mantiene il servizio sull’erba con buona tranquillità mentre lo spilungone italiano arranca game su game. Sul 4 pari del terzo Berrettini annulla una pericolosa palla-break ma al decimo gioco capitola. Inaspettatamente al terzo set point. Quarto set in linea con l’andamento del match: il romano salva due palle del 3-1 ma poi è incapace, nel nono game, di strappare il servizio alla pulce sudamericana. Poi, nei successivi turni di battuta, Berrettini annulla tre match point a Schwartzman issandosi così al terzo tie-break della partita. Dove il romano pareggia il conto dei set vincendo tre degli ultimi quattro punti, due dei quali sul servizio dell’argentino. Si va al quinto insomma. E le emozioni non mancano. Berrettini conquista il break decisivo al secondo game, poi annulla quattro palle del controbreak al suo avversario e chiude la contesa al nono game dopo 4 ore e 22 minuti di gioco. E negli ottavi contro Sua Maestà Federer, sul Centrale di Wimbledon. La favola del romano continua. Invece è finita al terzo turno anche la corsa del 30enne pugliese Fabbiano, numero 89 del ranking mondiale, che a Wimbledon aveva compiuto il miracolo al primo turno contro l’ellenico Tsitsipas (6 del mondo) per poi ripetersi contro “nonno” Karlovic. Ma contro un gran palleggiatore come l’iberico Verdasco, il tennista italiano ha ceduto in tre set ma ha mandato alle ortiche 8 palle break nella prima frazione, un vantaggio di 4-2 nel secondo set e altre due palle break nel terzo. Insomma, Fabbiano è stato in partita ma le occasioni non sfruttate alla fine sono pesate come un macigno sul computo finale.

Andrea Curti