Quando c’è odore di impresa lui è sempre lì, col cappellino rovesciato all’indietro, col suo tennis solido e senza fronzoli, pronto a rispondere colpo su colpo alle mazzate dell’avversario. Thomas Fabbiano da San Giorgio Jonico, 30 anni e non sentirli (anzi), ha colpito ancora; sul cemento newyorkese degli Us Open ha fatto fuori un altro top ten, l’austriaco Thiem, e in soli quattro set, segno di una condizione fisica e mentale eccelsa. Il Ferrer italiano, dall’alto dei suoi 173 centimetri, nell’ultimo anno e mezzo ha giocato sempre meglio, prendendo scalpi eccellenti: si è partiti da Wimbledon 2018, quando Fabbiano battè il tre volte vincitore di uno Slam, lo svizzero Wawrinka, 183 cm di grandissima classe; poi agli Australian Open dello scorso gennaio il pugliese ha sorpreso il 2 metri e 11 Opelka (il giustiziere di Fognini), a Wimbledon 2019 ha eliminato prima il numero 8 del mondo, il greco Tsitsipas (193 cm), poi il croato Karlovic di 38 cm più alto. E ora Fabbiano si è preso il lusso di battere anche l’austriaco Thiem, 4 del ranking mondiale. La classifica del tennista pugliese parla di numero 87, non un granchè, ma di certo il combattente atleta nostrano dimostra di poter ambire almeno ai primi 50 del mondo. I risultati sul veloce ci dicono che le sue risposte in anticipo sono micidiali anche contro i servizi a 220 km/h e oltre. Lo aspettiamo più avanti.
Andrea Curti
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