.

All’esordio al Mondiale giapponese l’Italrugby di O’Shea batte la debole Namibia 47-22 all’Hanazono Rugby Stadium di Higashiosaka, centrando l’obiettivo del bonus (4 punti vittoria + 1 numero mete) ma subendo tre mete in prima fase dai modesti africani, che mai hanno vinto in Coppa del Mondo e che sono il quindici più debole della Poule B.  Il match non è stato particolarmente spettacolare, anzi.  Gli azzurri sono partiti contratti, l’approccio al Mondiale non è stato dei migliori. Così è accaduto che il tallonatore Bigi sbagli una touche e consenta agli africani di partire in velocità e sorprendere la compassata difesa azzurra con la meta del mediano di mischia Stevens, lesto ad infilarsi nelle larghe maglie italiane. Il mediano di apertura Loubser ha trasformato, Namibia 7 Italia 0. Peggior inizio non poteva esserci. Gli azzurri però hanno reagito al 10′ grazie al maggior peso della mischia (864 kg contro 857) che ha invaso la linea di meta avversaria e l’arbitro australiano Berry ha sancito la meta tecnica per l’Italia. Sul 7-7 gli azzurri hanno iniziato a dominare il gioco conquistando campo ma sprecando l’inverosimile. Al 17′ l’ala Benvenuti è partita in velocità, ha bucato la difesa africana, palla al mediano Allan che ha trasmesso l’ovale all’estremo Hayward il quale, in assoluta solitudine, non ha agganciato l’ovale. E il cittì degli azzurri, l’irlandese O’Shea, in tribuna si è messo le mani nei capelli. Due minuti più tardi altra meta mancata dall’Italia: da un calcio di liberazione della Namibia sbagliato nasce il “dai e vai” tra Bellini e Hayward, e ancora una volta quest’ultimo è frenato a cinque metri dalla linea di meta. Ci vuole il 26′ per la seconda marcatura azzurra: Allan parte come un missile dopo la spettacolare trasmissione dell’ovale in tuffo di Tebaldi e prima sbatte fisicamente sul palo e poi schiaccia l’ovale in mezzo ai pali. La sua trasformazione è un giochetto: Italia 14, Namibia 7. Otto minuti più tardi altra meta mancata dal XV azzurro: Tebaldi (tra i migliori in campo) ispira, Allan prosegue ma di nuovo un disattento Hayward non trova l’ovale. Per fortuna però che Ruzza c’è, non a caso è eletto “man of the match”, uomo partita; al 40′ l’azzurro inventa un passaggio illuminante per Tebaldi e la terza meta è fatta. Grazie alla trasformazione non facile di Allan, si va al riposo sul punteggio più tranquillo di 21-7 per l’Italia. Secondo tempo sotto il diluvio. Ma l’Italia è determinata. Subito in avanti gli azzurri, che tentano con la mischia di sfondare la retroguardia della Namibia. Non ci riescono e allora azione alla mano di centri e avanti, con Benvenuti che con un calcetto illuminante manda in meta l’ala Bellini. Allan trasforma, Italia 28 Namibia 7. Si scava il solco tecnico tra i due quindici. O’Shea, pensando al Canada di giovedì prossimo, opta per dei cambi che danno subito i loro frutti. L’apertura Canna, al 46′, subentrato ad un buon Allan, trova la quinta meta che lui stesso trasforma: Italia 35, Namibia 7. Gli avversari degli azzurri sono disperati, ora appena possono calciano. Così al 50′ l’apertura Loubser centra i pali per il decimo punto della sua squadra. L’Italia sembra aver un po’ mollato la presa tanto che l’ala namibiana Greyling  va in meta in prima fase senza che gli azzurri tocchino i loro avversari. Il divario ora è di 20 punti (35-15). La girandola dei cambi fa scemare il livello della partita. Gli azzurri controllano la situazione e al 69′ affondano con Jack Polledri, bravo ad uscire dalla mischia con l’ovale in mano e a sfondare la linea di meta avversaria. L’Italia suona la sesta (meta), Canna non trasforma e si va sul 40-15. Gli azzurri mantengono il possesso dell’ovale e tentano di bucare la difesa africana anche con azioni alla mano. E’ quello che succede al 76′ quando l’ala Minozzi si getta nell’intervallo interno e sigla la settima meta fortissimamente voluta. Canna trasforma, 47-15 per gli azzurri. Poi però due minuti più tardi ecco la terza meta degli avversari in prima fase: raggruppamento, azione alla mano e l’ala Plato sfrutta tutta la sua velocità per involarsi in meta. Finisce 47-22 per l’Italia con luci ed ombre. Le luci sono quelle di Ruzza, Allan, Minozzi, Tebaldi; le ombre riguardano per lo più la concentrazione e l’approccio alla gara. Giovedì contro il Canada a 600 km di distanza ci vorrà più sostanza e meno fronzoli per centrale l’obiettivo minimo, quel terzo posto che proietterebbe l’Italia già al Mondiale 2023 in Francia. Certo è che quanto visto ieri (Sudafrica) e oggi (Italia), sperare di arrivare nei quarti sembra pura utopia.

Andrea Curti