Gli dei nostrani della pallavolo scricchiolano e il citì Blengini, partendo dalla Coppa del Mondo in agguato in calendario, si chiede se sia il caso di continuare a insistere su Juantorena, Zaytsev e Antonov, un trio uscito malconcio dalla rovinosa sfida con la Francia, persa con uno schiacciante 3-0. La percentuale di attacco del capitano Zaytsev non arrivava neanche alla doppia cifra nell’occasione. Ed ogni settore della squadra si è rivelato un punto debole. Carente la ricezione (Balaso), mediocri le alzate (Giannelli) e conclusioni cieche del terzetto citato hanno condotto l’Italia alla secca sconfitta. Si tratta di una squadra che non ha validi ricambi alle spalle.  Un segnale preoccupante per un collettivo che, bene o male, ha già guadagnato la qualificazione olimpica. Blengini nel finale di match ha mandato un preciso segnale mandando in campo sei rincalzi che non hanno fatto meglio dei titolari. Opportuno insistere su ultra-trentenni appagati e poco motivati, in qualche caso in condizioni fisiche precarie (Juantorena) visto l’esito dell’europeo? Si propone l’alternativa di creare un nuovo ciclo per il nuovo quadriennio partendo proprio da Tokyo. Un rischio calcolato ma anche un investimento perché ben difficilmente la squadra vista in Francia potrebbe entrare nel gioco delle medaglie. Ci sono almeno quattro-cinque nazionali di levatura superiore. Peraltro nella sconfitta ha pesato enormemente il fattore battuta. Errori al servizio sono punti automatici per gli avversari. E in questo caso il bonus (e lo scotto) sono stati davvero pesanti. Le nazionali giovanili hanno mietuto allori nei campionati continentali e allora sembrerebbe consigliabile puntare su un deciso rinnovamento. Sarebbe un segnale per gli anziani da pensionare e per tutto il movimento che in questo momento come punta di diamante ha la nazionale femminile ben rappresentata dalla Egonu. La pallavolo in questo momento è il secondo sport di squadra in Italia dopo il calcio e non si può permettere battute d’arresto per il prestigio accumulato con il rischio di perdere posizioni importanti nelle gerarchie europee.

 

DANIELE POTO