Ci voleva un tifone per non perdere dagli All Blacks: è quello che è accaduto oggi in Giappone dove l’International Board ha deciso di annullare due partite, Nuova Zelanda-Italia per la Pool B e Inghilterra-Francia per la Pool C per l’arrivo di un tifone che gli esperti dicono altamente pericoloso. In questi casi, il regolamento prevede che la partita finisca 0-0 con l’assegnazione di 2 punti in classifica ad ogni team. Così i tuttineri chiudono al primo posto con 16 punti, davanti al Sudafrica a quota 15,, mentre l’Italia resta al terzo posto a quota 12. Quindi ogni minima speranziella di passare ai quarti di finale va a farsi benedire. “E’ frustrante, è vero, ma non possiamo farci niente, non possiamo far cambiare il meteo – ha confermato il c.t. neozelandese Steve Hansen -. “Sarebbe stato da incoscienti non curarsi  dell’allerta e mettere a rischio la vita delle persone”. Sul fronte azzurro, oltre al sapore della grande sfida, non giocarla significa negare l’ultima presenza in Nazionale di tre pilastri ovvero Capitan Parisse, Alessandro Zanni e Leonardo Ghiraldini. “E’ stato orribile apprendere a fine allenamento che non si sarebbe giocato”, ha dichiarato il c.t. azzurro O’Shea. “Non dico che avremmo battuto gli All Blacks – ha continuato O’Shea –, ma volevamo chiudere il nostro torneo sul campo. E’ un grandissimo dispiacere, specialmente se penso a Ghiraldini a tutto quello che ha fatto per recuperare dal grave infortunio e giocare almeno un’ultima partita. Questi ragazzi hanno dato la vita per il rugby italiano e avrebbero meritato di chiudere giocando la partita, non alla fine di un allenamento”. Parisse, 36 anni e 142 caps (a -6 dal record assoluto del neozelandese Richie McCaw), è stato molto più esplicito: “E’ ridicolo, si sa che in questa stagione il Giappone è colpito dai tifoni: possibile che non si sia pensato a delle alternative? E’ dura venire a sapere così che non affronterai una delle squadre più grandi del rugby. Penso che se a loro fossero serviti i 5 punti si sarebbe giocato… Tutti potranno anche pensare che per l’Italia cambia poco, visto che avremmo sicuramente perso, ma in questo modo ci si manca di rispetto”. Ciò apre una voragine sulla credibilità delle istituzioni internazionali del rugby. Ora l’attenzione è tutta sulla sfida decisiva tra Giappone e Scozia per la Pool A, in programma domenica a Yokohama: non giocare significherebbe sancire lo storico passaggio ai quarti di finale dei padroni di casa. Saranno così “casalinghi”?

Andrea Curti