Dieci anni senza un titolo iridato negli anni di Marquez!!!
Calano gli ascolti della Moto G.P. Come ai tempi di un assoluto dominatore (Hailwood, Read, Agostini). Perché l’insaziabile Marquez, già matematicamente iridato, non rinuncia ai piccoli bocconcini dei traguardi di tappa e si erge ad assoluto dominatore della categoria, rimpicciolendo tutti gli avversari. E allora ci si chiede, moto italiano a parte, cosa potranno mai esprimere nel futuro i conduttori italiani se non rinnoveranno la leadership passando dalla generazione dei Rossi-Dovizioso a quella dei Morbidelli-Bagnaia-Della Porta. Il giochino appare chiaro. Come il fatto acclarato che Dovizioso (33 anni suonati) non vincerà mai un titolo mondiale. L’adagio suona quasi sportivamente funebre per Rossi che non intasca un titolo dal 2009 ma che ha saputo comunque gestire bene dieci anni di oblio. Solo che il peso delle sconfitte, sull’orlo dei quaranta anni, è diventato la cassa di risonanza di un mesto tramonto. Tra cadute, errori marchiani, piazzamenti insignificanti. La fine è nota ma Rossi non meritava questa fine. Purtroppo non sembra udire il pilota pesarese i lugubri suoni di una campana che ne decreta l’archiviazione dal vertice. Capiamo che interessi commerciali e contratti firmati richiedano l’impegno in pista ma i suoi ammiratori hanno volto l’interesse verso altri personaggi sulla cresta dell’onda. E la famiglia Rossi è competitiva con il fratellastro Marini più che con il team leader. C’è un momento per dire basta. Ma il ritirarsi con classe e stile in questo caso ancora non è stato scritto. Valentino ci ha riservato tante colpi di scena in positivo. Ce ne riservi uno impensabile e significativo. Annunciando il ritiro. Tanto appare chiaro che sono definitivamente gli anni di un Marquez destinato a stabilire primati quasi imbattibili per numero di G.P. e per mondiali collezionati. Con buona pace di quegli italiani che non vengono mai fuori dal guscio, sempre nel guado tra campioniamo e mediocrità come Petrucci e Iannone. Aspettando con fiducia l’inevitabile ricambio generazionale che su altri fronti produce un Quartararo.
DANIELE POTO
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