E sono quattro. Dopo Adriano Panatta nel 1973, Corrado Barazzutti nel 1978 e Fabio Fognini appena quattro mesi fa, l’Italia promuove un quarto tennista all’interno del prestigioso club dei top ten. E’ il romano Matteo Berrettini che, dopo l’indoor di Vienna, ha spiccato il volo addirittura verso le Atp Finals di Londra, forte del numero 8 in classifica, l’ultimo valido per il pass del Masters. Peraltro, con 4 italiani nella top 10, l’Italia ha fatto decisamente un grande balzo in avanti diventando ora la decima nazione con più giocatori della storia dopo Stati Uniti (32), Spagna (19), Svezia (17), Argentina (11), Francia (11), Australia (10), Russia (8), Repubblica Ceca (7) e Germania (6). In dodici mesi esatti Berrettini è passato dal numero 53 al numero 8 del mondo diventando il terzo italiano, dopo Panatta e Barazzutti, a chiudere l’anno tra i primi 10 del mondo (Panatta nel 1976 e Barazzutti nel 1978) e a giocare il Masters (Panatta nel 1975 e Barazzutti nel 1978). Una serie di risultati incredibili. In primis, la semifinale all’Open degli Stati Uniti, poi la semifinale al Masters 1000 di Shanghai, le vittorie a Stoccarda e Budapest, gli ottavi di Wimbledon, le semifinali di Halle e Vienna e la finale di Monaco di Baviera. Bum-Bum Berrettini è il 169° tennista top 10 della storia, il sesto dell’anno dopo il greco Tsitsipas, Fognini, i russi  Khachanov e Medvedev, e lo spagnolo Bautista Agut.  E ora il Masters di Londra. Esserci è bellissimo, l’allievo di Vincenzo Santopadre lo sa. Ha pescato Berrettini il girone più difficile, il gruppo Borg: l’esordio domenica alle 15 contro il n.2 Djokovic, poi Sua Maestà Federer e l’austriaco Thiem. Ma che soddisfazione per il tennista capitolino. Basterà vincere un match dei tre per entrare ancor di più nella storia delle racchette nostrane. Non è una impresa facile ma l’appetito vien mangiando.

Andrea Curti