di DANIELE POTO

 

Todo cambia. Tranne la palese insufficienza della nazionale di rugby alle prese con un’impresa più grande di lei. Competere nel Sei Nazioni. Sconfitta consecutiva n. 23 contro il Galles capitolando per 42-0 con l’aggravante di non aver sfiorato neanche una metà, rinunciando anche al bonus delle trasformazioni su punizione che avrebbero reso meno macroscopico il divario di forze. Cambiano gli allenatori, i giocatori, si rinnovano le speranze ma l’Italia del rugby è sempre lì, mestamente al palo, abbonata per l’ennesima volta a un prevedibile cucchiaio di legno, sommersa di punti e di mete dalle squadre avversarie. Le casse della Federazione sono piene di milioni in ragione dei diritti televisivi ma non c’è verso di virare verso il meglio nel confronto con le migliori nazioni europee. Il rango n. 12 nel ranking mondiale appare persino esagerato rispetto alla dimensione modesta di una squadra che attacca in maniera prevedibile senza mai creare quella superiorità numerica che consenta di marcare qualche punto nell’area avversaria. Prendono corpo le critiche di vorrebbe far retrocedere l’Italia nel Girone B del Sei Nazioni. Lo sport è confronto di valori ma anche agonismo con equilibrio delle forze in campo. Quando l’Italia gioca con il Galles (anche con la Francia, con l’Inghilterra, con l’Irlanda e la Scozia) questa condizione viene a mancare. Una retrocessione sarebbe una scossa per il movimento e lo costringerebbe a prendere coscienza dei propri limiti. Eppure c’era chi vaneggiava di un possibile successo con il Galles a cui è seguita l’ennesima disfatta con un 21-0 per tempo. Piccole note di soddisfazioni per l’esordio convincente di qualche debuttante ma alla squadra complessivamente mancano ali che facciano la differenza e che possano volare in metà con la perentorietà con cui i gallesi ci hanno travolto. Il Sei Nazioni è appena cominciato ma sembra già nato morto per le speranze della squadra azzurra, indirizzata verso il solito filotto di sconfitte. Ci attendono quattro prossime partite con il copione già scritto di altrettante sconfitte.