Domenica 9 febbraio, tra l’Italia e la (probabile) 24ma sconfitta consecutiva nel Sei Nazioni, c’è la Francia a Parigi (ore 16, diretta in chiaro su D-Max canale 52 del digitale terrestre), dove si gioca anche per il quattordicesimo “Trofeo Garibaldi”. “ E’ vero, contro il Galles abbiamo avuto problemi nei punti di incontro – ha dichiarato Franco Smith, head coach della nazionale italiana – e abbiamo lavorato in questa settimana per migliorare tutto ciò che non ha funzionato nella prima partita. Loro erano insieme da più tempo e hanno avuto una opportunità di giocare insieme sotto la guida di Pivac. Comunque – ha proseguito il cittì – l ’esordio contro il Galles ci è servito da lezione. Guardiamo avanti ora, al lavoro svolto in questa settimana. Stiamo cercando di migliorare i nostri meccanismi e cercare di mostrare la miglior versione di noi stessi. Sarà una partita dura contro i francesi che giocheremo con una consapevolezza maggiore nei nostri mezzi”. Sarà. Intanto la formazione annunciata del XV azzurro contro i transalpini non presenta novità rispetto alla disfatta di Cardiff: un solo cambio con l’inserimento di Hayward estremo e lo spostamento di Minozzi all’ala al posto di Sarto. Nessuna rotazione o cambiamento dunque. Come mai? Risponde Smith: “ La Francia ha trequarti veloci ed è una squadra fisica. Ci sono tante cose che possono influenzare l’andamento del match come ad esempio il meteo. Ogni allenatore prima di me come Mallet, Brunel e lo stesso O’Shea hanno avuto idee ben precise e giocatori su cui puntare. Noi vogliamo puntare su questi giocatori e provare a sviluppare una idea di gioco”. Magari anche superare più volte la metà campo avversaria può aiutare a sviluppare “idee di gioco”, non farsi schiacciare, essere più spavaldi e meno timorosi, provarci e crederci: l’Italrugby deve ripartire dai concetti base dello sport professionistico se non vuole cadere nel baratro dell’umiliazione.
Andrea Curti
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