Finalmente lo ha capito anche lui: doveva, il prode Marco Cecchinato da Palermo, dare una scossa alla sua carriera, e lo ha fatto nel modo più semplice, cambiando di nuovo coach e affidandosi ad un guru della italica racchetta come Max Sartori. Infatti dopo la semifinale del Roland Garros 2018 e il raggiungimento del numero 16 del mondo, il Ceck aveva “divorziato” dal coach Vagnozzi con cui era arrivato lassù, nell’Olimpo del tennis, dopo due anni e mezzo di gran lavoro, per ingaggiare Uros Vico, ex campione italiano Under 14 (e 80 del mondo in doppio) ma francamente non all’altezza per il mantenimento delle posizioni più alte della classifica. Con Vico al timone, Cecchinato ha vinto pochissime partite in un anno perdendo quasi 100 posti in classifica e tutta quella fiducia che aveva caratterizzato la stagione incredibile del tennista palermitano. In realtà Sartori e Cecchinato avevano già lavorato insieme, anni fa, quando il siciliano era un juniores, e fose l’aver spesso giocato il doppio con Seppi (di cui Sartori è il mentore da sempre) potrebbe aver avvicinato i due per affrontare insieme una sfida non facile. Sartori comunque è stato piuttosto duro e deciso:“Marco nel 2018 ha avuto una stagione straordinaria, anche dal punto di vista mediatico” – ha dichiarato il coach – “ed ha finito per pagarla. Era immaginabile che facesse qualche passo indietro, ma lui si è adagiato troppo ed ha smesso di allenarsi come doveva. Ha iniziato bene anche il 2019, con una semifinale a Doha ed il titolo a Buenos Aires ma quando è arrivata la stagione sulla terra, con tante aspettative, si è bloccato anche di testa. Preferire i challenger a Sofia e Vienna indoor, dove era in tabellone, è stata una follia”. Poi rincara la dose: “Gli ho detto che se voleva lavorare con me doveva essere alle mie condizioni, a cominciare dallo spostamento a Vicenza. Servono educazione, regole, rispetto reciproco e tanto lavoro”, ha aggiunto Sartori, concludendo che “l’obiettivo è rimetterlo in pista fisicamente e mentalmente, farlo tornare ad essere un giocatore. Non so se raggiungerà un’altra semifinale Slam ma rientrare in top 50 mi sembra il minimo”. Ma come è allenarsi ai tempi del coronavirus in Veneto, una delle zone più colpite? Spiega Sartori: “Avevo studiato per lui un programma di allenamento specifico per la terra. Avrebbe dovuto rientrare a Montecarlo e sfruttare i pochi punti da difendere. Ora bisognerà ripensare tutto”. Rimboccarsi le maniche è dunque la priorità, con Sartori non si scherza, Cecchinato è avvertito. E noi lo aspettiamo…

Andrea Curti