I temporanei divieti del Governo non potevano trascurare il calcio. Tutto il movimento è chiamato a rispettare le transitorie regole dettate dal Parlamento italiano in attesa dei decreti definitivi. Per il calcio lo stop è per ora protratto fino al 4 maggio, scelta e data che inevitabilmente ha diviso ancor di più i fronti rappresentati dai presidenti delle società di calcio. In un contesto simile due sono le correnti di pensiero, quella capitanata da Lotito con al seguito De Lautentis e Pallotta insieme a qualche altro presidente di A e B, mentre all’altra cordata”, quella di Agnelli sono legati Marotta, Cairo, Cellino, Preziosi e Ferrero, con gli ultimi 4 decisi a non volere la ripresa dei campionati, anche per via della partenza di una decina di giocatori di Juve ed Inter decisi a raggiungere le rispettive famiglie all’estero, con l’obbligo ovviamente di rispettare la quarantena al proprio ritorno. Insomma il caos resta imperante non solo tra le società in testa ed a metà classifica ma anche nella zona bassa cioè tra quelle squadre che sarebbero già salve in serie A, senza tralasciare peraltro la situazione in testa alla classifica di serie B  con un Benevento in vetta e quindi praticamente sicuro di salire nella massima serie, con i suoi 69 punti (20 in più rispetto al Crotone secondo in graduatoria) ma comunque in piena bagarre con le altre come Frosinone e Pordenone. Dunque ancora caos nel calcio, soprattutto nelle serie inferiori come la C e la D, dove i calciatori non guadagnano certo le stesse cifre percepite dai colleghi più famosi di serie A e B. Insomma tutto ancora è in alto mare, tutto ancora è in divenire con le giuste preoccupazioni da parte di tutti gli addetti ai lavori, condizionati da un virus terribile che inevitabilmente pesa sul proprio lavoro ma che soprattutto condiziona e potrebbe condizionare la salute di tutti. Anche per questo motivo si attende il nuovo e si spera definitivo decreto governativo. MAURO CEDRONE.