di  DANIELE POTO

 

Resta un chiaro strappo tra il Ministro Spadafora e le società

 

Per il ritorno in campo del calcio si deciderà più avanti, monitorando la situazione giorno per giorno. Ma intanto appare chiaro lo strappo tra la posizione del Ministro dello sport Spadafora e quella delle società, una sorte di Confindustria del calcio, attenta ai conti, agli introiti da diritti televisivi, preoccupata, più dell’incolumità dei giocatori, del conto economico da salvaguardare. Il coronavirus anche in questo campi, economicamente, lascerà il segno. Morti e feriti nel senso che parecchi club dopo questa batosta non riusciranno neanche ad iscriversi al prossimo torneo. Il calcio in questa polemica si comporta come il Marchese del Grillo rispetto agli altri sport, condizionato anche da una complicata scacchiera internazionale. “Io so’ io e voi nun se sete un c…”. In effetti i tornei di pallavolo e basket si sono bloccati e andranno in archivio sotto il segno del “non assegnato” come sotto al paniere, quando la Montepaschi Siena intascava gli scudetti con bilanci truccati salvo poi vederseli revocati a tavolino. Il calcio sgomita, cerca di imporsi ma deve fare i conti con i diktat legislativi nazionali, con la salvaguardia della salute propugnata da un Assocalciatori in cui Tardelli si appresta a subentrare al mite Tommasi. Si pretende di arrivare al capolinea di stagione, costi quello che costi. Comprese eventuali porte chiuse e una chiara non validità tecnica. Le domande sul tappeto sono: dove si giocherà? Con quale preparazione i giocatori scenderanno in campo avendo disertato gli allenamenti ormai da diverse settimane? La legione straniera dei tesserati si sfalderà visto l’aventino di qualche elemento (vedi Huguain nella Juventus)? Ci sarà ancora qualche giocatore impossibilitato a scendere in campo perché impegnato ad assolvere il periodo di quarantena? Una sequela di interrogativi che fanno capire come la soluzione finale sarà di compromesso non ottimale. Nella logica del passetto alla volta intanto la prima liberatoria, il permesso per la ripresa degli allenamenti che avverrà in modo corale mettendo fine alle polemiche incrociate Cellino-Lotito in uno sforzo di apparente e  rinnovata (quanto finta) concordia tra i club.