Il massimo esponente della musica reggae, morì a 36 anni a causa di un tumore all’alluce 

L’11 maggio 1981 è un giorno che il mondo della musica ricorderà per sempre. Sono infatti passati 39 anni da quando Bob Marley è venuto a mancare. All’autore di “No Woman No Cry” e “Is This Love”, venne diagnosticato un tumore all’alluce e i medici gli consigliarono più volte di amputare il dito o il letto dell’unghia per poter eliminare il melanoma che lo aveva colpito. Il cantante optò per la seconda opzione un po’ meno drastica. Purtroppo però la malattia cominciò a diffondersi per tutto il corpo. Dopo diversi concerti in Europa e in America, le sue condizioni cominciarono a diventare critiche: il cancro si era esteso fino al cervello diventando incurabile. I suoi caratteristici rasta pesavano ormai troppo sul corpo debole di Marley e si erano indeboliti di molto. I dottori dissero che era necessario tagliarli: per il cantate fu un atto davvero sofferto. I capelli rasta di Bob Marley infatti non rappresentavano solo il suo inconfondibile stile ma facevano proprio parte della religione da lui professata: il Rastafarianesimo. Questo percorso spirituale nacque in Etiopia negli anni ’30 per poi attecchire in Giamaica; uno dei fondamenti della religione si rifà all’episodio di Sansone, per questo i capelli sono di fondamentale importanza. Bob Marley unì il suo lato spirituale alla sua musica e con i suoi brani e i suoi testi fu portatore di messaggi davvero significativi come la libertà e la pace con sé stessi. Massimo esponente della musica reggae, Bob Marley è ricordato ancora oggi con affetto e le sue canzoni rimaranno impresse per sempre nel cuore delle persone. 

SARA ORLANDINI