Alla fine la bolla di Flushing Meadows pare funzionare, sebbene ci siano stati allontanamenti di giocatori positivi in maniera diretta o indiretta. Alcuni hanno proprio scelto di non andare negli States, vedi il campione e la campionessa in carica (Nadal e la Andreescu) e la numero uno in gonnella, la romena Halep, con l’australiana Barthy più la Svitolina, la Bencic e la Bertens, sia per paura di essere contagiati comunque (il che significherebbe la quarantena e anche saltare i tornei sul rosso) sia perchè in disaccordo con il rigido protocollo americano in vigore nell’impianto newyorchese. Assente tra i top 10 anche il francese Monfils e il numero 11 del mondo, alias Fabio Fognini. Poi ci sono gli infortunati (Federer e Del Potro, quest’ultimo alla quinta operazione!). Insomma tutto sembra “apparecchiato” per il successo finale del chiacchierato (per via dell’Adria Tour) Djokovic, che accusa qualche acciacco ma va avanti. E poi la solita schiera di (ex) giovani incompiuti, ovvero Thiem, Zverev, Tsitsipas, più la pattuglia russa formata da  Medvedev, Khachanov e Rublev, senza dimenticare uno dei più in forma alla ripresa, lo spagnolo Bautista Agut. E gli azzurri? La rinuncia per Covid o per paura del Covid ha spalancato le porte ad alcuni di essi. Nel tabellone principale ne avremo dodici in tutto, dieci uomini e due donne. Berrettini, 6 del seeding e 8 del mondo, è la punta di diamante sebbene abbia fatto fatica nel Master 1000 di Cincinnati. E al primo turno degli Us Open il romano, semifinalista lo scorso anno, ha pescato il giapponese Soeda, numero 117 del mondo che mai ha passato il primo turno al Flushing Meadows. Non è andata benissimo al piemontese Sonego, 46 dell’ATP, che incontrerà il mancino francese Mannarino, 35 del mondo e 32 del torneo; i due precedenti, tutti favorevoli all’azzurro, comunque fanno ben sperare. Il più giovane della compagnia, il diciannovenne altoatesino Sinner, 73 della classifica, se la vedrà con il n.16 Khachanov, 11ma testa di serie, avversario sulla carta molto difficile da affrontare ma che fa della discontinuità la chiave di volta dei suoi match. L’ascolano Travaglia, 86, ha come contendente l’australiano Thompson, 64, uno che gioca bene sui terreni veloci ma che ha un tennis leggerino, il che potrebbe aprire un varco nel tennis solido e da fondo campo del 28enne marchigiano. Il veterano Seppi, 36 anni e 17ma presenza allo Slam yankee, n.88, si scontrerà contro lo scorbutico americano Tiafoe, sceso all’81 per via della giovane età e di un tennis dispendioso a livello atletico (ma tecnicamente Tiafoe è assai brutto da vedere!). Sarà battaglia, come dimostra l’unico precedente tra i due in favore del tennista americano (vittoria al quinto agli Australian Open dello scorso gennaio). Si rivede invece Cecchinato, 106, che pareva aver rinunciato alla trasferta americana per giocarsi le chances di rientro nel tennis che conta sulla terra rossa europea; invece avuta la notizia dell’accesso diretto al tabellone principale, il palermitano non ha esitato a prendere l’aereo e imbarcarsi per New York, dove affronterà il 23enne sudafricano Harris, 97 del mondo e di certo più a suo agio sulle superfici veloci rispetto al palermitano. Ma resta una ghiotta occasione per il Ceck di avanzare al turno successivo, lui che non passa il primo scoglio in uno Slam da quel magnifico Parigi 2018. In tabellone anche Lorenzi (123) e Gaio (131); al primo, 38enne tra i più “anziani” del circuito, alla 9a partecipazione agli Us Open (ottavi nel 2017) è andata piuttosto bene, avendo pescato la wild card di casa, l’americanizzato Nakashinya, 220, mentre a Gaio, 25enne faentino, è toccato il lituano Berankis, ex numero 1 juniores oggi 72 (unico precedente anni fa in favore dell’italiano). Poi ci sono i “novizi”. E’ la prima volta per il 25enne ligure Mager (79) e per il 27enne siciliano Caruso (99). Mager ha pescato il giovane serbo Kecmanovic, sceso al 47 ma molto bravo da fondo campo mentre Caruso se la vedrà con l’australiano Duckworth, 83. Caruso è sfavorito sulla carta ma nel master 1000 precedente ha destato buona impressione, passando le qualificazioni a scapito di Sinner e Thompson, entrambi più avanti di lui in classifica. Infine , le ragazze italiane: ne abbiamo due sole in tabellone. La marchigiana Giorgi, 71, non dovrebbe aver problemi con la belga Van Uytyanch (53), battuta tre volte su tre mentre la Paolini (94) ha un osso assai duro, la talentuosa francese Garcia, indietro in classifica (oggi è 49) ma sempre giocatrice dotata di tocco e di eleganza tennistica. Staremo a vedere. Al momento, già parlare di tennis giocato pare una vittoria.

Andrea Curti