Clamoroso agli Us Open: Djokovic squalificato! Ha colpito una giudice di linea!

Solo lui, imbattuto nel 2020 con 26 vittorie su 26 e senza avversari di grido (Nadal, Federer prima, Tsitsipas poi) poteva perdere questo surreale Us Open, e così è accaduto; Novak Djokovic, questa volta, l’ha combinata grossa, colpendo con violenza una pallina verso i teloni, senza guardare, e finendo per colpire in volto una giudice di linea che immediatamente si è accasciata in terra faticando a respirare. Ne è derivato un conciliabolo di qualche minuto che ha indotto il supervisor del torneo a squalificare il numero 1 del mondo dal torneo. Il serbo, a capo chino, ha lasciato il campo e quindi il torneo. La motivazione di facciata è legata all’esito sportivo del primo set del suo incontro contro l’iberico Carreno Busta, 27 del mondo e semifinalista a Flushing Meadows nel 2017. Dopo aver mancato tre set point sul servizio dello spagnolo nel nono gioco, Djokovic ha perduto la sua battuta consentendo a Carreno di andare a servire per il set sul 6-5. Questo avrebbe scatenato le furie irrefrenabili del tennista serbo che ha accettato la decisione dei giudici dando la mano ad avversario e arbitri stessi. Si si dando proprio la mano in barba alla normativa anti-covid in vigore nella bolla dell’impianto newyorkese. In realtà il Djokovic in era Covid pare essere un tantino sopra le righe: prima si professa no-vacs e, sia pur a scopo benefico, mette su il carrozzone dell’Adria Tour, torneo esibizione nell’ex Jugoslavia con alcuni dei migliori giocatori del mondo con cui va a ballare rigorosamente senza mascherina e distanziamento finendo per beccarsi il coronavirus. E non è il solo ad averlo contratto. Poi si inventa una fantomatica nuova Associazione dei Tennisti, di cui si capisce solo cosa non sia per bocca del diretto interessato (“Non è un sindacato, non è una associazione alternativa all’ATP, non è un circuito parallelo”, ndr) mentre Nadal e Federer chiedono allo stesso Djokovic e ai suoi adepti di non scindersi, semmai di non indebolire ulteriormente l’ATP. Che fa sentire la sua voce, tenace e dura come lo era in campo una volta, tramite il neo presidente Andrea Gaudenzi. Insomma, il numero 1 del mondo, che a 33 anni inseguiva il 18° Slam in carriera, dopo le innumerevoli critiche, sembra avere il nervo scoperto e lo sfogo di oggi, che gli è costato la precoce eliminazione dal torneo, è la punta dell’iceberg del momento. Forse anche lui sente troppa pressione addosso. Ma un po’ (tanta, forse troppa) l’ha voluta lui.

Andrea Curti