di ANDREA CURTI

Non accadeva dal 1979 (Panatta, Bertolucci, Ocleppo e Barazzutti) che quattro italiani raggiungessero gli ottavi di finale degli Internazionali d’Italia. Alla compagnia cantante versione 2020, composta da Berrettini, Travaglia e Sinner, si è aggiunto “Bum Bum” Musetti. La sfrontatezza dei suoi 18 anni, l’esplosione cambriana che dà vita e linfa al futuro del tennis italiano: Lorenzo Musetti pare non far la fine del dimenticato Quinzi, che vinse Wimbledon juniores 2013 prima di scomparire dai radar. Musetti, da quando due anni fa ha vinto gli Australian Open dei ragazzi, ha preso coraggio, forse coscienza di avere mezzi su cui lavorare per diventare un giocatore professionista. E potrebbe esserci riuscito perché la sua classifica migliorerà ancora dall’attuale numero 249 che si ritrova, si parla di numero 180 o giù di lì. Sinner, l’altro ragazzino terribile, che punta i primi 50 del mondo, lo ha addirittura etichettato come giovane più talentuoso d’Italia. Ma molta acqua dovrà passare ancora sotto il suo mulino. Per il momento è bene godere di questo filotto di cinque vittorie consecutive (tre nelle qualificazioni e due nel tabellone principale), le prime in carriera a livello di Master 1000 o meglio non challenger. Ed ha ragione ad affermare che “sono orgoglioso di essere arrivato al terzo turno“. E’ stato proprio bravo perché ha giocato con personalità e senza timori riverenziali usando tutti i colpi, dal servizio alla palla corta, dal diritto lungolinea e in cross al rovescio in top e in back. Persino serve and volley. Poi, se vogliamo dirla tutta, è stato anche fortunato a pescare due ultratrentenni, uno che negli ultimi tempi è stato più sui social che in campo (Wawrinka), l’altro (Nishikori) appesantito nel fisico e nelle gambe, uscito peraltro indenne dal contagio covid (ma di sicuro debilitato). Intendiamoci, i meriti di Musetti sono enormi. Contro il nipponico, il ragazzo di Carrara (con residenza a Montecarlo) è partito forte: 3-1, 4-1, 5-2 e 6/3 in 42′. Nella seconda frazione, l’azzurrino ha inseguito il punteggio più che l’avversario, ha avuto coraggio da vendere nel recuperare due turni di battuta (nel quarto e ottavo gioco) con uno svantaggio di 0-30 che avrebbero potuto lanciare Nishikori ad un possibile terzo set. Dove forse l’esperienza dell’ex numero 4 del mondo avrebbe potuto fare la differenza. A dir la verità, i movimenti lenti e quasi sofferenti del giapponese, a differenza della verve fisica e agonistica del toscano, non davano la sensazione che Nishikori potesse poi reggere tre set. Non ci è arrivato perché Musetti, malgrado il clamoroso black out sul Centrale nel nono gioco del secondo set, era determinato a raggiungere questi ottavi di finale e lo ha fatto giocando sostanzialmente un match da veloce, ovvero giocando d’anticipo e di controbalzo spesso, intelligentemente per far muovere l’avversario un po’ bollito. E ora neppure i quarti sono un miraggio perché al prossimo turno il ragazzo di casa nostra se la vedrà col pedalatore mancino tedesco Koepfer, numero 97 del mondo proveniente come lui dalle qualificazioni, che ha approfittato di un Monfils (9 del mondo) inguardabile, ancora in barca a danzare allegramente con la sua fidanzata Svitolina. Contento lui, contenti tutti. Anzi anche Fognini è contento. Felice ma perdente: il Fognini post-doppia operazione alla caviglia è ancora convalescente e si vede, ma “sono contento anche se ho perso perchè ho fatto un grosso passo avanti, era questo l’obiettivo di partita“. Non ci sorprendiamo della sconfitta (con rammarico di arrivare al terzo set, “lo meritavo“), con Humbert, che gioca bene, ha un bel braccio ed ha 22 anni, 11 meno del ligure ed è integro, senza acciacchi. Al contrario del Signor Pennetta che in conferenza, pungolato dagli addetti ai lavori (anche un po’ crudeli per la verità, quando aleggia la parola ritiro…), ha dichiarato: “A 33 anni sono ancora sotto i 10 del mondo, va bene così, sto a buoni livelli. Oggi sono contento al 99% e sono insoddisfatto all’1% perchè Humbert va avanti e io torno a casa. Ancora oggi comunque gioco e soffro, ho alle spalle la riabilitazione ma ho preso di petto la situazione e intendo andare avanti, sebbene non abbia sensibilità alla parte esterna del mignolo per problemi di nervi: giocherò Amburgo e Parigi poi con Barazzutti decideremo se disputare tornei in cemento o aspettare il 2021“. Che dovrebbe essere l’anno del suo rilancio, l’augurio è d’obbligo.