L’Inghilterra passa a Roma 34-5 in un Olimpico senza pubblico e senza colori, e si appresta a vincere il Sei Nazioni 2020, Irlanda permettendo a Parigi. E l’Italrugby incassa la 27ma sconfitta di fila nel Six Nations nonchè il quinto cucchiaio di legno di fila, mettendo in risalto i soliti e a questo punto cronici punti deboli, ovvero lenta trasmissione dell’ovale, difficoltà a trovare i 22 avversari, ali e centri che non riescono a partire in velocità, e una serie di ingenuità che a certi livelli si pagano eccome. Il XV azzurro, come molte volte è accaduto in passato, regge un tempo contro i sudditi di Sua Maestà, chiuso sotto 5-10 in virtù di un inizio fulmineo degli ospiti che totalizzano dieci punti con la meta di Young (alla centesima presenza in Nazionale inglese) e il piazzato di Farrell, prima della reazione degli azzurri. Reazione che sfocia nella meta di prepotenza di Polledri. L’inglese Hill si fa cacciare per 10 minuti e in 14 i vice-campioni del mondo sbandano lasciando l’ovale nelle mani degli azzurri. Forse la voglia di strafare dei ragazzi di Smith, o prosopopea che dir si voglia, porta l’Italia ad optare per la touche piuttosto che piazzare l’ovale in mezzo ai pali, rinunciando a 6 punti che avrebbero potuto portare lo stellone azzurro a chiudere in vantaggio i primi 40 minuti. Invece la ripresa è a senso unico in favore degli inglesi con altre quattro mete mentre gli azzurri difendono e difficilmente superano la metà campo. C’è molto da lavorare per coach Smith, lo si sapeva, forse sarebbe meglio al momento disputare amichevoli con club di pari valore, per far crescere i giovani e per il morale generale della truppa.

Andrea Curti