Quando hai di fronte un muro che ti riprende tutto e contrattacca fulminandoti, c’è poco da fare. Contro il 23enne russo Rublev, 8 del mondo e in formissima (5 tornei vinti nel 2020 nonché 19 degli ultimi 20 incontri), Lorenzo Sonego ce l’ha messa davvero tutta per portarsi a casa il trofeo dell’ATP 500 di Vienna ma alla fine ha dovuto cedere l’incontro, con l’onore delle armi, al suo avversario. Comunque il torinese ha lottato sempre anche quando, nella prima frazione, ha dovuto cedere il servizio nel quinto game, complice un diritto lungolinea fuori di poco. Ma Rublev sul suo servizio è stato implacabile, aggiudicandosi 15 dei 16 punti nei primi quattro turni di battuta. Poi però, nel decimo gioco, anche il russo ha avuto un piccolo calo, concedendo due palle break a Sonego, ma il piemontese non è riuscito a portarsi sul 5 pari perché Rublev ha preso prima la rete, poi ha annullato la seconda palla break con un rovescio lungolinea in corsa ed ha chiuso il set attaccando Sonego sul suo punto più debole, il rovescio bimane. Sfumata l’occasione, il tennista italiano non si è scoraggiato annullando una palla-break nel quinto gioco ma Rublev ha continuato a martellarlo col suo servizio, concedendo all’azzurro solo due punti in quattro turni di servizio. Avviene così che nel nono game è Sonego a cedere il servizio con un rovescio bimane in corridoio mandando Rublev a servire per il match. Il russo stranamente si trova 15-30 ma preme sull’acceleratore e, al primo match point, una risposta larga di Sonego lo consacra come il più titolato tennista del 2020. In conferenza stampa, Sonego è comunque contento: “È stato il miglior torneo dell’anno per me, culminato in una finale emozionante e di alto livello” consolandosi col numero 32 del mondo, best-ranking e possibilità sincera di essere testa di serie agli Australian Open 2021. Molto sportivo anche Rublev che elogia il tennista piemontese: “La sua crescita è impressionante, questo è solo l’inizio. Oggi il risultato è stato dalla mia parte ma sono sicuro che in futuro daremo vita ad altre battaglie in contesti prestigiosi e riuscirà anche a battermi”. Ora il baraccone del tennis si sposta a Parigi-Bercy per l’ultimo Masters 1000 indoor dell’anno al quale non si presenterà il n.1 del mondo Djokovic. Cinque gli azzurri in tabellone. Appunto Sonego affronta il kazako Bublik (49) battuto al Roland Garros il mese scorso. Berrettini, 7 del seeding, è già al secondo turno e troverà il vincente di Ramos-Giron; per arrivare al Masters, il tennista romano deve fare parecchi punti tra Parigi e l’indoor di Sofia, ultimo torneo previsto la settimana dopo. E non sarà facile. In tabellone anche Marco Cecchinato, 77, che ha passato le qualificazioni e affronta un altro qualificato, lo slovacco Gombos, 104, sconfitto ad Umago nel 2014; chi passerà il turno si scontrerà col belga Goffin. Impegno durissimo per l’altro qualificato italiano, l’ascolano Travaglia, che ha pescato il n. 25 De Minaur, australiano particolarmente bravo sul veloce. Se la gioca infine il siciliano Caruso, 79, lucky loser, contro la wild card di casa, il francese Moutet, 74: 1-1 i precedenti diretti. Match alla pari.

Andrea Curti