Si può perdere ma così fa male, principalmente per due motivi: uno perché si aveva di fronte la Francia B, ragazzotti ai primi caps di presenza, senza esperienza o con poca esperienza a livello internazionale, peraltro poco amalgamati come squadra (e in campo si è visto); secondo perché ci si è messo anche l’arbitro, l’esperto gallese Owens, nel momento clou della partita, ad estrarre giallo temporaneo per 10 minuti ad un azzurro tralasciando poco dopo una violenta presa aerea ai danni di Steyn di un transalpino. Due pesi e due misure incomprensibili, se non per indirizzare il match da una parte. L’Italia in 14 si è sfaldata imbarcando mete e calci avversari, lasciandosi andare, consegnandosi ai francesi quasi fosse un rompete le righe. E questo a coach Smith non è andato giù: “Abbiamo commesso degli errori che a questo livello si pagano cari. Se ci basiamo solo sul punteggio del campo abbiamo mosso dei passi indietro, ma anche lezioni come quelle di questa sera fanno parte del percorso che abbiamo intrapreso. La Francia è scesa in campo con un piano di gioco pressoché identico al nostro, profondamente basato sull’utilizzo del piede. Hanno eseguito meglio di noi, sono stati più pazienti e abbiamo perso la battaglia dei calci. Contro la Scozia avevamo dominato in quest’area del gioco, stasera invece abbiamo commesso un passo indietro. Abbiamo anche provato ad attaccare palla in mano, sarebbe ingeneroso dire che non abbiamo provato altre soluzioni se non quelle del gioco tattico al piede” ha chiosato il tecnico sudafricano dell’Italia. Francamente tutte queste soluzioni tecniche alternative al calcio non le abbiamo viste. Getta acqua sul fuoco Capitan Bigi: “Il cartellino giallo di Trulla ci ha messo in difficoltà, dobbiamo essere consistenti ed efficaci per tutti gli ottanta minuti, reagire a una decisione come quella di questa sera. Oggi abbiamo imparato una lezione, ma questo gruppo lotta quotidianamente per i propri obiettivi, il mio ora è tenere viva l’energia del gruppo in vista della prossima partita”. Abbiamo perso ormai il conto delle sconfitte consecutive con le più forti, forse 27 consecutive, ci si ricorda solo delle poche vittorie con le altre alla portata degli azzurri (Fiji, Georgia, Romania, Russia, ecc.). E’ questa la vera dimensione del rugby azzurro? Sta di fatto che non troviamo ancora una mediana all’altezza di Dominguez e Troncon (e sono passati 20 anni almeno…), che un’ala come Marcello Cuttitta ancora non si è vista, che Parisse e Castrogiovanni hanno lasciato un vuoto al momento incolmabile… Non è dietrologia, è rendersi conto della situazione. Che non è allegra. Compresa guida tecnica.

Andrea Curti