L’Italia è la solita Italia, e l’Inghilterra non è la solita Inghilterra, scioccata dalla sconfitta interna della scorsa settimana contro gli scozzesi; a Twickenham ne viene fuori un match sì combattuto, con gli azzurri che entrano nella metà campo avversaria parecchie volte, ma zeppo di errori da entrambe le parti, alla fine vinto 41-18 dai padroni di casa che dilagano nella ripresa, grazie anche al solito arbitraggio favorevole che definire casalingo è eufemistico. Per il cittì Smith, che in molti vorrebbero lontano dalla panchina azzurra, la squadra ormai è questa, con la solita mediana Garbisi-Varney preferita a Canna-Allan, ed è forse lì che gli azzurri perdono più palle non riuscendo nel possesso dell’ovale e nella costruzione del gioco, facendo confusione tra un avanti e l’altro, subendo addirittura una meta per intercetto che non si vedeva da tempo. Eppure l’incontro si era messo bene per il quindici italiano: pronti, via, e meta azzurra della veloce ala Ioane. Poi lentamente i sudditi di Sua Maestà hanno risalito la china, calciando in mezzo ai pali invece di tentare la via della touche e giocando semplice e sporco quando le cose non si stavano mettendo bene. Ciò è bastato perchè, dopo la punizione dell’8 pari targata Garbisi al 20′, non c’è più stata storia, nonostante gli azzurri abbiamo messo pressione agli avversari e siano entrati più spesso nella metà campo inglese. Poi, tra una cortesia e l’altra dell’arbitro nei confronti dei padroni di casa (scandalosa la meta in volo accordata ai britannici), l’Italia si è fatta infilare a più riprese non placcando più, lasciando praterie ai rivali. La meta salva-orgoglio firmata da Allan, a giochi fatti, testimonia ancora di più come un mediano della sua esperienza, in certe partite, non può restare a guardare i compagni in panchina. Peraltro in settimana alcuni commentatori anglosassoni sono tornati a chiedere la rimozione dell’Italia dal Sei Nazioni e la conseguente istituzione di una sfida tra l’ultima del torneo e la vincitrice del torneo europeo di riserva, introducendo perciò una retrocessione e una promozione. Forse sarebbe bene ai giovanotti di casa nostra avere qualche vittoria nel proprio carnet, qui siamo arrivati alla 29ma sconfitta consecutiva nel Sei Nazioni. Cifra da capogiro. Che deve far riflettere.
Andrea Curti
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