ROMA- Un giorno di differenza ma stesso mese, stesso anno e stesso nome. Dopo Lucio Dalla, Lucio Battisti. Cinque marzo 1943 nasceva un altro fenomeno della musica nostrana, impropriamente definito cantautore ma propriamente considerato una delle massime espressioni della canzone italiana. Battisti è stato la colonna sonora della giovinezza e della vita di giovani e meno giovani italiani e non solo. Oggi avrebbe compiuto 78 anni e lui come Dalla ci ha lasciato troppo presto ma come Dalla ci ha lasciato un patrimonio musicale immenso. Diciannove gli album incisi e tanti 45 giri scritti col “guru” Mogol prima di iniziare la discutibile collaborazione con Pasquale Panella. Lucio Battisti era un personaggio schivo, riservato come pochi e poco portato alla vetrina e all’esibizionismo. Centellinava i passaggi televisivi preferendo alle luci della ribalta lunghe giornate e nottate in studio a metter su canzoni che hanno fatto il giro del mondo e la fortuna di tanti artisti che hanno cantato ed interpretato i suoi brani. Lui amava spesso ripetere che “un artista non può camminare dietro il suo pubblico ma un artista deve camminare davanti”. Fedele come sempre alla sua natura Lucio Battisti ha lasciato un segno indelebile in tutti noi che lo abbiamo amato apprezzandolo sicuramente di più nell’immediatezza del primo periodo piuttosto che nell’ermetismo e nello scetticismo della seconda parte della sua vita artistica.
Mauro Cedrone
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