Sarebbe stato più gustoso un Nadal-Sinner sul Centrale gremito di spettatori. Invece uno dei due saluterà anzitempo il torneo. Chi dei due domani lascerà il Foro Italico? Il campione spagnolo, 34 anni, ora 3 del mondo e 9 volte vincitore a Roma, sì un po’ spellacchiato ma sempre un leone (Barcellona docet) nonostante le scoppole rimediate a Montecarlo contro Rublev e a Madrid contro Zverev? Oppure l’astro nascente Sinner, 19 anni altoatesino? L’anno scorso a Parigi la spuntò Nadal ma lo spagnolo dovette sudare parecchio, facendo valere la sua maggiore esperienza. Da allora ad oggi Sinner, che era numero 75, è salito al numero 18 della classifica mondiale, ha vinto due tornei (Sofia e Melbourne 1), ha raggiunto al sua prima finale ad un Masters 1000 (Miami) ed ha agguantato una bella semifinale a Barcellona. Ne ha fatta di strada il ragazzino, e anche contro Humbert ha dimostrato quella sicurezza che lo può portare ancora più lontano nel ranking. Anche a Montecarlo Sinner s’imbattè subito contro un big, Djokovic, perdendo, ma domani l’epilogo potrebbe essere diverso. Intanto sono stati molto bravi l’ascolano Travaglia e il ligure Mager ad uscire vincitori (anche abbastanza facilmente) dai loro match, rispettivamente contro Paire e DeMinaur. Fermo restando gli enormi meriti dei nostri, lucidi e solidi nei momenti importanti, decisi a portare a casa un importante secondo turno, va anche detto che i loro avversari li hanno aiutati parecchio. Buon per Travaglia che proveniva da ben sette primi turni consecutivi. Paire, come al solito, sul 2 pari del secondo set, ha iniziato la solita querelle con l’arbitro di turno, addirittura ha fatto una foto col cellulare del segno della pallina che secondo lui era fuori e l’ha mostrata al divertito arbitro di sedia. Da lì in poi il transalpino ha perso la testa e la partita, e non è la prima volta che gli capita (alle Olimpiadi è stato di nuovo escluso dalla squadra francese). De Minaur invece sul rosso perde tutta la rapidità del suo diritto, addirittura il rovescio sembra un colpo qualunque, e le sue volée non hanno l’efficacia che di solito ottengono sulle superfici più rapide. Mager, intelligente come è, lo ha capito, e ha fatto di tutto per non mettere a suo agio l’aussie, riuscendoci in pieno e approdando così per la prima volta in carriera, al secondo turno degli Internazionali d’Italia. Bene anche Musetti che ha mostrato la solita ampia e spettacolare gamma di colpi a sua disposizione, anche sotto rete. E’ vero che Hukacz non era al meglio, e l’abbandono nel secondo set lo testimonia, ma nella prima frazione c’è stato match. In attesa di domani e dell’esordio di Djokovic (match difficile con l’amico Fritz), Tsitsipas e soprattutto Berrettini (sarà dura contro Bashilashvili) e Sonego (contro Monfils), la giornata odierna ha registrato la brutta sconfitta di Fognini contro Nishikori, ex 4 del mondo in netta ripresa, oggi 45. Brutta perché il ligure non ha dato quasi mai l’impressione di poter uscire vittorioso, perché la preparazione fisica sembra non essere al top, perché da tre mesi Fognini non è andato oltre al quarto di finale a Montecarlo (è sceso al numero 28) e soprattutto perché è parso rassegnato alla sconfitta. E questo piace poco ad uno spettatore anche non pagante.

Andrea Curti