Forse alla fine di altre due ore e 50 di gioco, il numero 1 del mondo era stanco per le sette ore e passa trascorse in campo ieri. O forse più semplicemente battere lo spagnolo sulla terra non è e non sarà mai facile, come dimostrano le statistiche. Fatto sta che Nadal si è portato a casa il decimo titolo facendo entrare Roma nella sua personalissima classifica dei trofei in doppia cifra insieme a Montecarlo (11), Barcellona (12) e Roland Garros (13). Sono solo alcuni dei nNumeri da capogiro per il quasi 35enne (il prossimo 3 giugno) iberico che, presentatosi sul Centrale col solito inguardabile completino viola e rosa e con un accenno di barba incolta, ha subìto l’iniziativa di Re Djokovic (34 anni il prossimo 22 maggio) poco intenzionato a lasciare spazio al suo amico-nemico numero uno. Infatti, alla terza opportunità, il serbo si è trovato 2-0 per un errore di Nadal col rovescio incrociato ma il campione iberico lo ha controbreakkato subito, sfruttando anch’egli un errore di rovescio del numero 1 del mondo. E’ una sfida, quella sul ring del Foro Italico, tra i due “boxer” della racchetta, che si guardano negli occhi concentratissimi come se fosse la prima volta. Eppure è “appena” la 57ma volta che si incontrano (29-28 lo score complessivo per Djokovic) e non sembrano annoiati da ciò, anzi si vocifera che negli spogliatoi ci abbiano anche scherzato su! Djokovic rischia di più e per questo risulterà alla fine più falloso mentre Nadal è implacabile non appena il serbo accorcia i colpi. Serbo che nel settimo gioco salva il turno di battuta grazie a due contropiedi fotocopia col rovescio. Pure Nadal, nel decimo, si scrolla la pressione di un 4-5 15-30 pericolo sul suo servizio conquistando tre punti consecutivi, due diritti vincenti e un ace. Dopo di che il sorpasso dello spagnolo: break decisivo (grazie all’errore di Djokovic col diritto e al terzo doppio fallo) e 7/5 Nadal al secondo tentativo dopo un’ora e 14 minuti di gara, dove a far la differenza sono i vincenti col diritto dello spagnolo (15 a 2). Nella seconda frazione continua il braccio di ferro tra i due; Djokovic si salva nel terzo game annullando una palla-break al suo rivale con due aces consecutivi e poi strappa la battuta a 15 allo spagnolo che accusa il colpo tanto da farsi breakkare anche nel sesto gioco. Il serbo pareggia il conto dei set (6/1) con facilità. Si va al terzo. Equilibrio sino al quinto game quando Nadal rischia di perdere il servizio e annulla due palle-break a Djokovic. Dallo scampato pericolo il tennista iberico piazza un parziale di 13 punti a 2 che stordisce il numero 1 del mondo e, nel nono gioco, al terzo tentativo, Djokovic è definitivamente al tappeto. Inutile “contarlo”, il ko è definitivo. Non si rialza più. Nadal alza tutto sommato meritatamente il trofeo per la decima volta e si candida al 14° Roland Garros. Djokovic dal canto suo punterà a Parigi per cercare di centrare il Grande Slam, che manca tra i maschi da oltre mezzo secolo. Tutto ciò in attesa del cosìdetto ricambio generazionale rappresentato dai vari Tsitsipas, Zverev, Medvedev, Thiem e altri (speriamo pure qualche altro italiano). Ma quello che ci attende prima della Francia è il ritorno in campo di Federer nella sua Svizzera, sulla terra rossa da cui manca da un biennio, e stiamo parlando sempre di un quarantenne… Infine, capitolo femminile. In uno dei tornei più noiosi degli ultimi anni, si è imposta agevolmente la polacca Swiatek, numero 15 della classifica WTA (che entrerà nella top-ten) con tempi da Steffi Graf, ovvero 48 minuti e un 6/0 6/0 che non ha lasciato scampo alla ceca Pliskova, 9, forse acciaccata, che ha raccolto appena 13 punti in tutto il match. Per l’Albo d’Oro almeno una ventata di novità, visto che la tennista polacca ha vinto per la prima volta al Foro Italico, e anche di prestigio, perché stiamo pur sempre parlando della campionessa in carica del Roland Garros.
Andrea Curti
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