Si può anche perdere giocando una gran partita, specie se dall’altra parte della rete c’è il numero 5 del mondo: sul rosso di Lione ciò è accaduto al diciannovenne toscano Musetti che, contro il dio greco Tsitsipas, ha mancato per poco l’accesso alla prima finale in carriera cedendo al terzo set. Musetti, alla sua terza semifinale in dieci tornei ATP (sarebbe 32 del mondo invece di 88 se esistesse il ranking “normale” e non quello protetto causa covid), ancora una volta ha dimostrato di essere un giocatore completo, in grado di “far male” in ogni parte del campo. Da subito il giovane tennista di Carrara non ha mostrato nessun timore verso il suo titolato avversario (Tsitsipas ha vinto Montecarlo, è bene ricordarlo), anzi spesso lo ha irriso scanzonatamente utilizzando la tattica del “gatto col topo”, ovvero attirare sotto rete l’avversario con la palla-corta per poi chiudere con la facile volée. Il match è stato in equilibrio per due ore buone e sin dalle prime battute, i due contendenti hanno mostrato la voglia di vincere: Tsitsipas sicuro da fondo e col servizio, Musetti a fare faville con i drop-shot e i cambi di ritmo improvvisi. Oltre al fantastico pallonetto vincente del 2 pari. E’ nel quinto gioco che Musetti breakka il greco con un diritto lungolinea vincente, si issa 5-3 con un turbo-rovescio alla Cané e, nel decimo gioco, insegna tennis agli astanti, Tsitsipas compreso: sotto 15-40, il tennista toscano tira fuori dal cilindro una serie di magie che culminano con il serve and volley con cui chiude il primo set 6/4 in suo favore. Il contendente greco si innervosisce, è contrariato dalla perdita della frazione, non lo aveva messo in preventivo, così commette qualche errore di troppo mentre Musetti lo stordisce di palle-corte e variazioni imprevedibili che lo conducono alla palla-break nel terzo gioco. Tsitsipas però inizia ad alzare il ritmo di gioco, annulla l’opportunità di 2-1 e servizio al ragazzo italiano e ribalta il set salendo 4-1 grazie anche ad un eccesso di confidenza dell’azzurro. La reazione di Musetti  comunque non si fa attendere; col coltello tra i denti il toscano controbreakka il greco (accelerazione di diritto che costringe Tsitsipas alla stecca di diritto) e servizio a disposizione per arrivare al 4 pari. In un paio di situazioni però Musetti è assai ingenuo e il greco ringrazia: secondo break che vuol dire 6/3 per “Tsitsi”. Il match praticamente finisce qui. Tsitsipas corre come un treno, ha preso fiducia, è inarrestabile, al contrario Musetti lentamente sparisce dal campo, diventando falloso nello scambio e in balia dell’avversario, sempre più sicuro di sé. La risposta di diritto in rete sancisce il “cappotto” del tennista ellenico all’italiano che vola in finale dopo un’ora e 42 minuti di gioco. Per Musetti resta un altro passo verso i primi 50 del mondo (diventerà 76 per ora) sperando di emulare il connazionale Sinner. Presto però così si potrà vedere del bel tennis.

Andrea Curti