Non ricordiamo di aver mai visto né vissuto un italiano in finale al Queen’s, prestigioso torneo di preparazione a Wimbledon che di solito dà indicazioni su chi poi farà strada ai Championship londinesi. Matteo Berrettini, dimensione globale numero 9 del mondo e prima testa di serie dell’ATP 500, dimensione locale ragazzo nato nel Nuovo Salario a Roma, ha centrato una storica finale per l’Italia battendo con sicurezza l’australiano De Minaur dopo poco più di una ora. Berrettini ha reso facile una partita che sembrava complicata, per l’attitudine del giovane aussie ai campi in erba. Ma pure il gioco del tennista romano, grande servizio e diritto devastante, sembra aver effetto sui prati, come testimonia la vittoria dello scorso anno a Stoccarda. Fatto sta che Berrettini per tutti gli 84 minuti di gara, ha dominato il suo avversario con l’ordine e la determinazione che lo contraddistingue. Nella prima frazione il break del tennista romano viene nel terzo gioco quando è bravo l’azzurro a tenere alta la concentrazione sulle due palle del 2-1 per De Minaur. Poi il vantaggio acquisito (3-1, 4.2, 5-3) è andato liscio, anzi nel taccuino si registra addirittura una opportunità del doppio break (4-1) non capitalizzata da Berrettini. Ma il 6/4 è stato matematico. Nel secondo set De Minaur ha tentato prima di resistere allo strapotere fisico dell’azzurro annullando tre palle-break consecutive (era 0-40 sul suo servizio nel quinto game), poi è arrivato alla chance del 4-2 che però il tennista capitolino ha annullato. E allora il break decisivo è arrivato sul 4 pari, e Berrettini sul suo servizio è stato implacabile. Altro 6/4 e match finito, ordinato e ben giocato, nella battuta e nei fondamentali, anche nel rovescio. Sarà domani per Berrettini la finale numero 7 in carriera, la terza del 2021 (tutte sulla terra rossa) dopo quelle di Belgrado vinta sul russo Karatsev e del Master 1000 di Madrid perso col tedesco Zverev. Domani dovra’ di certo sudare contro il mancino ed idolo di casa, l’inglese Norrie.

Andrea Curti